Rallentano i contratti a tempo indeterminato - 32,9%.

Dopo il taglio degli sgravi, sul mercato del lavoro si fa sentire appieno l’effetto del Jobs Act

"I dati Inps confermano le preoccupazioni che avevamo espresso sui rischi che il Jobs act determinasse solo un riciclaggio di posti di lavoro"

Benevento.  

La Uil Avellino/Benevento comunica che, finiti gli effetti degli sgravi contributivi, vi è stato un rallentamento che ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: - 395.000, pari a - 32,9%.

Per quanto riguarda i tempi determinati, invece, si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Su del 28% i licenziamenti disciplinari. Dopo il taglio degli sgravi, sul mercato del lavoro si fa sentire appieno l’effetto del Jobs Act: meno assunzioni e più licenziamenti. L’effetto principale della riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi è tutto nei dati forniti nell’Osservatorio sul precariato dell’Inps relativo ai primi otto mesi dell’anno 2016. E che dimostrano come, una volta eliminato di fatto l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, e finiti gli incentivi per la creazione di nuovi posti di lavoro, il trend è tutto tranne che positivo: -8,5% di assunzioni e +31% di licenziamenti rispetto ai primi otto mesi del 2015. Arrivano al 28,3% in più, inoltre, i licenziamenti disciplinari, quelli che il Jobs Act ha reso a tutti gli effetti più facili da portare a termine per le aziende. Nel dettaglio, poi anche altri indicatori testimoniano come gli effetti positivi del provvedimento firmato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti siano ormai un lontano ricordo. Nel frattempo, dopo aver speso oltre 14 miliardi per gli sgravi, il governo Renzi ha preso atto del flop: nella prossima legge di Bilancio non saranno rinnovati, se non per i giovani che vengono assunti dopo uno stage o tirocinio. Infine, il capitolo voucher, nuova frontiera del precariato: nel periodo gennaio-agosto 2016 ne sono stati venduti 96,6 milioni con un incremento, rispetto ai primi otto mesi del 2015, del 35,9%.

“Purtroppo – sostiene Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino - Benevento - i dati Inps confermano le preoccupazioni che avevamo espresso sui rischi che il Jobs act determinasse solo un riciclaggio di posti di lavoro. Tutto poi tende a complicarsi ulteriormente a causa della successiva riduzione degli incentivi e del diffuso ricorso ai voucher. Ci dispiace sottolinearlo, ma avevamo previsto anche un incremento dei licenziamenti ‘per giusta causa’; insomma siamo stati facili profeti. Adesso, il Governo, e anche noi, abbiamo un ulteriore problema sociale: dovremo gestire questo 28,3% in più di lavoratori licenziati proprio a causa della riduzione delle tutele generata, di fatto, dal Jobs act. Tutto ciò mentre il nostro presidente del consiglio, Matteo Renzi, fa la passerella per il Si al referendum dal presidente Usa Obama! Io credo che la gente non sia stupida e lo dimostrerà nelle urne il 4 dicembre prossimo schierandosi per il No secco, anche per punire tutte queste cattiverie che sono un danno irreparabile per i lavoratori”.

Redazione Bn