Dopo il settore agricolo, la crisi che attanaglia il mondo produttivo e del commercio nella circoscrizione IrpiniaSannio non sembra trovare un freno alla sua deriva, come era nelle previsioni più nefaste, continuano a sparire tanti negozi e botteghe artigiane.
“Il problema riguarda – sostiene Ignazio Catauro presidente Unimpresa Irpinia Sannio – l’intera regione Campania in generale, ma le aree interne per motivi a noi tutti noti, soffrono maggiormente il calo generalizzato delle presenze e dunque di conseguenze delle attività produttive tradizionali”. Il saldo negativo tra cessazioni e nuove aperture nei settori storici del commercio al dettaglio e dell’artigianato, in Irpinia e nel Sannio si configura come tra i più alti in Italia, in linea con quanto accade in tutta la fascia appenninica del Mezzogiorno e delle Isole.
“Neppure la creazione dei Distretti del Commercio – dichiara il presidente di Unimpresa – ha sortito ancora qualche effetto positivo, sia pure minimo, non sembra riscontrarsi nessun tipo di inversione di tendenza. La crisi inarrestabile dei negozi di vicinato e la scomparsa delle cosiddette botteghe artigiane, creano non pochi disagi soprattutto nei piccoli comuni; e proprio la mancanza di servizi reali – continua il presidente Catauro – costringe più delle volte fette significative di popolazione a spostarsi ed abbandonare definitivamente i centri minori, preferendo quelli con maggiori opportunità d’impresa e adeguati servizi”. A tutto questo si aggiunge l’incremento a tratti eccessivo e isostenibile dei costi di gestione per le micro imprese come il caro energia, l’aumento della pressione fiscale, l’incremento delle tasse locali che quasi sempre rispondono a logiche generali e non al reale peso economico dei bilanci aziendali.
Sull’argomento specifico interviene il responsabile dell’Ufficio Studi di Unimpresa Irpinia Sannio Giacomo Iannella: “Purtroppo le amministrazioni locali, pur volendo, non possono per i vincoli imposti dalle leggi nazionali e di bilancio, adeguare le tasse ai reali incassi delle imprese. Se ciò fosse possibile si consentirebbero ai piccoli operatori locali del commercio e dell’artigianato, di svolgere la propria attività d’impresa senza entrare in
crisi e decidere la chiusura, come purtroppo avviene sempre più di frequente”.
La crisi del settore commercio è poi aggravata dalla continua erosione di fette di mercato da parte del crescente ed inarrestabile settore delle vendite on line e della concorrenza spietata messa in campo dai centri commerciali plurimarche. I dati che ISTAT e Unioncamere rendono noti ogni trimestre non lasciano spazio a dubbi o speranze: la riduzione riguarda una percentuale che si aggira intorno al 5 % annuo, e questo avviene ininterrottamente dal 2021, dalla crisi post Covid. Il crollo delle nuove aperture è quello che fa la differenza, a fronte di una percentuale di chiusure sostanzialmente endemica ma in linea con i dati regionali. In Irpinia e nel Sannio si registra un crollo verticale della propensione a fare impresa un po’ in tutti i settori, tranne che in quello della ristorazione, che comunque incide in modo molto marginale nel complesso delle produzioni
imprenditoriali del territorio.
“Del resto – sostiene Catauro di Unimpresa Irpinia Sannio – oggi è diventato quasi proibitivo aprire una nuova attività commerciale o artigianale in uno qualsiasi dei comuni delle nostre aree interne. A questo vorrei aggiungere un ulteriore, ma importantissimo tema che poco si prende in considerazione ma che ci consente al contrario di comprendere in modo adeguato le dinamiche che sono dietro a questa drammatica crisi:
ossia l’invecchiamento della classe imprenditoriale delle nostre aree. Si calcola che circa la metà di tutte le aziende dei comparti Commercio e Artigianato, è rappresentato da imprenditori con età compresa tra i 50 ed i 69 anni; - continua Catauro - mentre appena il 3,78% ha meno di trent’anni. Questo dimostra una scarsa propensione al ricambio generazionale che è il frutto sia dell’invecchiamento della popolazione, ma anche di una
scarsissima propensione all’attività d’impresa delle nuove generazioni, causato da un contesto economico territoriale che non incoraggia l’avvio di nuove attività imprenditoriali”.
Da quanto emerge sembrerebbe necessario, da parte di tutti gli attori istituzionali, una urgente politica di incentivi e di aiuti rivolte alle piccole attività di vicinato, siano esse appartenenti al settore commerciale, siano piccoli artigiani.
“I nostri centri urbani hanno sempre meno negozi, - interviene Libero Sica responsabile Piccole Impresi di Unimpresa Irpinia Sannio - ma il commercio locale è una ricchezza insostituibile. Cosa possiamo fare concretamente tutti noi per riuscire a preservare il futuro delle attività locali di vendita a inserirsi nel mercato e a restarci? Prima di tutto servirebbe una spinta significativa sul piano fiscale, applicando un regime agevolato per le attività di vicinato. E poi non sottovalutare il ruolo che svolge la Responsabilità Sociale: collaborare con altre imprese locali, sponsorizzare eventi comunitari o partecipare a iniziative che rafforzino il ruolo sociale del commerciante nella comunità e gli consenta di costruire una rete di supporto reciproco”.
“Importante è anche l’attività di sensibilizzazione dei consumatori – conclude il presidente Catauro - attraverso la comunicazione: sfruttare gli eventi dal vivo e i canali digitali per informare i clienti sui vantaggi dei prodotti sostenibili e sulle pratiche responsabili adottate dal negozio e dall’artigiano è una valida strategia per stimolarli a fare scelte di consumo più consapevoli. E poi dovremo lavorare decisamente di più sul tema dell’Innovazione: le
tecnologie digitali aprono un infinito ventaglio di possibilità per offrire servizi su misura come consulenze personalizzate, pacchetti regalo unici, esperienze di acquisto esclusive e la possibilità di comprare anche a distanza, assicurando che il cliente possa sempre sentirsi vicino al suo negozio preferito”, conclude il presidente di Unimpresa Irpinia Sannio.
Negozi e botteghe artigiane in grave crisi: nel Sannio dati implacabili
Grandi difficoltà per le aree interne di Sannio e Irpinia, la denuncia di Unimpresa
Benevento.