Sempre più vecchio, sempre più povero: dati Istat sempre peggio per il Sannio

I morti sono il doppio dei nuovi nati. Per la prima volta negativo anche il saldo con l'estero

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Benevento.  

Arrivano i dati demografici dell'Istat, che come di consueto in chiusura d'anno offre un quadro completo dell'evoluzione della popolazione in Italia e nei territori. Ebbene, evoluzione che per quanto riguarda il Sannio non c'è stata, tutt'altro. Sono molto preoccupanti i dati che derivano dai diversi indicatori che l'Istituto di Statistica ha aggiornato ieri.
E spicca, che mentre nel quadro italiano il sud, di consueto in difficoltà, tiene alta almeno la bandiera della natalità e della giovinezza, non altrettanto può fare il Sannio, che è praticamente povero come tutto il sud, e tendente alla desertificazione e all'invecchiamento come molte aree del nord.


Con ordine: se andiamo ad analizzare il tasso di natalità infatti, era del 9,1 per mille nel 2002 (nascevano circa 10 bambini ogni mille residenti), scendeva a 7,4 nel 2012, dieci anni dopo, per fermarsi a 6,7 nel 2020 (minimo storico).
E naturalmente la tendenza inversa assume il tasso di mortalità: al 10,6 per mille nel 2002, all'11,3 nel 2012 e al 12,6 nel 2020. E' pacifico, in base ai dati, dire che nel Sannio ogni anno muore un numero di persone doppio rispetto ai nuovi nati.


Non resiste neppure il matrimonio: il quoziente di nuzialità scende dal 4,7 per mille del 2012 al 3,6 del 2020.
E ovviamente il saldo migratorio interno arriva al massimo storico: la differenza tra il numero di persone che si trasferiva altrove, rispetto a quelle che arrivavano nel Sannio era già negativa nel 2002, dell'1,5 nel 2012, per arrivare al 4,5 nel 2019, anno pre covid dove la mobilità era libera.
E addirittura assume per la prima volta consistenza negativa nel periodo preso in considerazione dall'Istat che parte appunto dal 2002, anche il saldo migratorio con l'estero: sebbene di poco, lo 0,1, ma significa che nel 2020 per la prima volta è stato superiore il numero di persone che hanno lasciato il Sannio per l'estero rispetto a quelli che sono arrivati, compresi i richiedenti asilo.


Ed è un colpo d'occhio tutt'altro che tonificante osservare il cambiamento della struttura della popolazione tra il 2012 e il 2021: 19 anni fa il Sannio aveva il 16,1 per cento di residenti under 14, il 64 per cento di popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, il 19,9 per cento di persone over 65.
Oggi invece crolla addirittura di 4 punti percentuali il numero di under 15: al 12,1 per cento, cresce di poco la fascia d'età 15-64 anni, al 64,3 per cento e arriva a 22,5 per cento la fascia d'età over 65.
Un invecchiamento fortissimo insomma correlato alla denatalità.


Tant'è che solo nell'ultimo anno, e cioè dal 2020 al 2021 l'indice di dipendenza strutturale (rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100) passa da 54,2 a 55,6. L'indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100) cresce dal 35,6 per cento al 36,8 per cento e l'indice di vecchiaia sale da 191,6 a 196,1 in un solo anno. E ovviamente cresce l'età media: oggi a 46 anni nel Sannio, massimo storico.
Certo, ci sono tantissimi centenari: 87 al momento, vuol dire più di uno per comune nel Sannio. Ma sono dati allarmanti, lo erano già.