Nei giorni scorsi sono arrivate le nomine dei quattro componenti Asi che spettano alla Rocca dei Rettori. Nomine giudicate "lottizzate" dai portavoce del Movimento Cinque Stelle, Sguera, Farese, Maio e Laudando.
Dura la nota con cui stigmatizzano Ricci e il suo modus operandi: "«Excusatio non petita accusatio manifesta» dicevano i Latini. Se ti scusi senza richiesta vuol dire che sei colpevole. Carmine Valentino e Claudio Ricci hanno ripetutamente affermato che le nomine del Consorzio ASI (Area di Sviluppo Industriale) non sarebbero state “lottizzate”. Ergo, le nomine ASI sono state lottizzate all’ennesima potenza. È la logica aberrante della politica piddina e mastelliana del nostro Sannio, facce della stessa medaglia oramai consumata dalla ruggine. Andiamo per ordine. Già grida vendetta la permanenza di Claudio Ricci sul più alto scranno della Rocca. Sconfitto a San Giorgio del Sannio dall’highlander Mario, aveva promesso (scripta manent!) dimissioni ad horas. Ovviamente siamo nel del(i)rio dovuto alla legge Delrio, che i geni del PD pensavano ponte verso la scomparsa definitiva delle Province (grazie Renzi!). Poi il contrordine da Piazza Guerrazzi: non abbandonare le postazioni di comando, a costo di perdere faccia e dignità. Detto fatto. Ricci si è incollato alla “cadrega”. Immediatamente è partita l’epurazione dei traditori: spettacolare quella nei confronti di Alfredo Cataudo, Presidente ASEA, reo di non essersi candidato nelle liste del capoluogo per pagare il suo obolo e ancora in attesa di reintegro, dopo aver vinto tutte i confronti giudiziari. Ricci, stupendoci, decise di sostituirlo utilizzando un bando, evocando competenze. Ma l’incarico all’ex assessore provinciale, già Sindaco di Circello, Petriella, ha mostrato che si trattava di una “mossa”. Il lupo (si fa per dire...) perde il pelo ma non il vizio insomma. Storia recente la continua disfida con le truppe mastellate con colpi bassi, cambi di casacca nella peggiore tradizione trasformistica italica, ricorsi... Il solito triste spettacolo. Dimessosi Perifano e il vecchio Consiglio di Amministrazione, dovendo rinnovare le cariche, la Provincia ha espresso il suo poker: Giorgio Nardone, ex sindaco di San Giorgio del Sannio, Adele De Mercurio, prima dei non eletti della lista a sostegno di Raffaele Del Vecchio, Lucia Catalano, politica senza fissa dimora, assessora di centrodestra nel capoluogo, candidata alle Regionali con l’UDC, ricollocatasi evidentemente nel centrosinistra secondo le logiche dell’era liquida che ci troviamo a vivere, Costantino Fortunato, Sindaco di Morcone, fino a poco tempo fa vicecoordinatore vicario (titolo di chiara ispirazione fantozziana) di Forza Italia, anch’egli folgorato, come la Catalano, sulla strada di Piazza Nota stampa 2017 (02) Guerrazzi. Ricci ha ricevuto i complimenti di Massimiliano Cencelli. Per altro stavolta non ha accennato neanche alla “mossa” di richiedere curriculum e valutare esperienze pregresse. Viva la sincerità. Insomma, la vecchia, vecchissima politica vissuta come distribuzione e occupazione di poltrone per altro in uno dei tanti enti inutili come l’ASI. Basta leggere, infatti, le note di acuti analisti come Pompeo Nuzzolo o Luigi Ruscello per rendersene conto: «Non c’è stata nessuna tensione politica per associare servizi per una visione dello sviluppo legata al territorio e non all’orticello». Insomma, l’ASI serve ad accontentare le ambizioni di chi è rimasto ai margini della politica. Difficile che possa dare un contributo serio allo sviluppo del territorio. “Poteri” impotenti o inutili, per citare Giancristiano Desiderio. Le lotte per le nomine riguardano i tre enti coinvolti: Provincia, Comune e Camera di Commercio. Al proprio interno e tra di loro. Piccole beghe legate ad ambizioni personali che non cambieranno l’inerzia di una realtà che lentamente muore. Fotografia di una classe dirigente senza visione. Che cosa è Benevento nel tempo in cui «il decentramento dei poteri è in atto, e lo sviluppo si muove all’interno della globalizzazione»? «Passioni tristi» le chiamerebbe Miguel Benasayag quelle che si accendono intorno a tali “luoghi vuoti”. Il M5S, fieramente, diserta queste dispute di un potere giunto al suo stadio terminale. Questa nota, redatta dai quattro portavoce sanniti, serve solo a spiegare a chi non ha pazienza e tempo per decifrare acronimi e storie di ordinaria piccineria quanto accade nelle segrete stanze. Noi siamo altrove, ovviamente.