Stop al petrolio: "L'inquinamento è arrivato ai fiumi"

La giunta regionale della Basilicata dice stop alla lavorazione degli oli

Alla fine il petrolio incassa una nuova bocciatura. Quella della Val D'Agri, in Basilicata, è un'esperienza che cittadini e istituzioni sembrano volersi mettere alla spalle, e che può rappresentare un monito per chi immagina che l'oro nero possa essere una ricchezza per i territori. 
Nella giornata di ieri, infatti, la Giunta regionale della Basilicata ha intimato lo stop al centro oli di Viggiano, dove viene lavorato il petrolio estratto in Val D'Agri. Questo in virtù di inadepienze e ritardi rispetto alle prescrizioni regionali. Nelle scorse settimane la Regione aveva comunicato che sette campioni prelevati dall'Arpab fuori dal Centro Oli avevano dimostrato la presenza «molto cospicua» di manganese e ferro e anche di idrocarburi policiclici aromatici. E l'inquinamento dovrebbe essere arrivato anche alle acque di alcuni affluenti del fiume Agri. 
Un'esperienza che la Basilicata sta classificando come un errore, cercando di limare i danni che inevitabilmente sono stati prodotti sul territorio, infinitamente maggiori dei benefici. 
Un no e uno stop che possono costituire un caso di studio anche per Sannio e Irpinia, terre entrate in un passato abbastanza recente nel mirino dei petrolieri.