Aumentano i poveri, diminuisce la spesa per aiutarli

I dati dei bilanci dei comuni capoluogo: ecco quanto spendono per il sociale

Benevento.  

Il welfare, nel senso novecentesco del termine, è finito o sta finendo in questi anni. E' da tempo, ormai, che lo Stato progressivamente riduce le prestazioni per i cittadini, per il sociale, visto il peggioramento progressivo dell'economia. Una riduzione che coincide con l'aumento delle difficoltà delle famiglie. In questo senso i Comuni, sempre più in difficoltà per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato.

Basta guardare i bilanci degli enti locali, dei comuni capoluogo della Campania per rendersi conto della tendenza: a Benevento si passa da una spesa per i servizi sociali di 5,6 milioni del 2012 a 4 milioni di euro nel 2014, ultimo dato disponibile sulla piattaforma Open Bilanci. Riduzione importante dei servizi sociali in una città che per caratteristiche si basa da sempre sulle prestazioni sociali, specie in presenza del robusto calo delle unità lavorative registrato negli ultimi anni.

Basti pensare ai dati Caritas, che testimoniano come negli ultimi anni ci sia stata un'impennata, tra famiglie monoreddito, padri divorziati, persone che mai, in passato, si sarebbero viste nelle mense Caritas, di famiglie che accedono alle prestazioni di solidarietà. Discorso identico per Avellino, dove la spesa per i servizi sociali resta pressochè invariata tra 2012 e 2014, intorno ai due milioni, ma che colloca il capoluogo al penultimo posto in Campania per le prestazioni sociali.

Ultima è invece Caserta, con due milioni per i poveri, ma con una popolazione ben maggiore.
Trend inverso per Salerno e Napoli, in quel periodo guidate da De Luca e De Magistris. Il comune salernitano è al top per la spesa sociale in Campania: si passa dai 23 milioni del 2012 ai 32 del 2014, impennata anche a Napoli, con una spesa che passa da 45 milioni del 2012 ai 150 del 2014. Tutto ciò in un contesto che vede gli indici di povertà relativa salire in Campania, con un aumento di invidivui poveri e delle difficoltà di spesa, secondo l'Istat, in percentuali che vedono una disparità netta, e atavica, tra nord e sud.  

Cristiano Vella