"100 passi per la legalità, incontro con Giovanni Impastato": questo il tema dell'incontro presso il liceo "Fermi" organizzato dal Forum dei giovani di Montesarchio, in collaborazione con Amleto Frosi (presidente associazione antiusura ed antiracket Alilacco) e con il preside Giulio De Cunto. L'incontro ha avuto inizio con 11 frammenti del film "I cento passi", diretto da Marco Tullio Giordana, per ripercorrere la vita di Peppino Impastato da quando era fanciullo, le sue esperienze politiche e umane, fino ad arrivare alla sua morte avvenuta il 9 Maggio 1978, giorno dell'assassinio di Aldo Moro. Due uomini con lo stesso destino, trucidati dalla mano nera dell'ingiustizia. Due uomini che hanno lottato per cambiare le cose. Amleto Frosi ha affermato che la concomitanza delle due morti, in realtà, non è una stata una coincidenza. Peppino Impastato venne accusato di essere un terrorista che aveva fatto saltare in aria i binari, quindi venne delegittimato socialmente. Ovviamente, il processo è stato riaperto anni dopo. Da qui Giovanni Impastato ha iniziato il suo discorso dicendo che tutti coloro che hanno voluto depistare le indagini sulla morte del fratello sono entrati nel mondo della magistratura o divenuti carabinieri, mentre quelli che avevano voluto far luce sono stati uccisi; come Falcone, Costa e Terranova. L'impegno civico di Peppino Impastato è iniziato come ambientalista perché non voleva che la terra dove viveva fosse rovinata dal cemento. Un vero e proprio invito a far rispettare l'ambiente.
Giovanni Impastato si è poi soffermato sull'identità culturale del fratello, facendo riferimento alla manifestazione musicale organizzata sulla spiaggia di Cinisi prendendo spunto dagli scenari musicali di Woodstock oppure quando utilizzava la sua macchina fotografica, recandosi nella periferia della città, immortalando gli scempi che venivano commessi in quelle zone come l'edificazione di edifici abusivi o come la cementazione del territorio. Da qui l'invito rivolto ai ragazzi a recarsi a Cinisi, da parte del signor Impastato, per visitare la casa di Badalamenti, che si vede anche nel film, che oggi è un museo, gestito da Libera, dove è stata ricreata la Cinisi degli anni '60, prima che arrivasse la cementifazione: "Un presepe laico di Cinisi", così definita da Impastato. L'incontro è durato tre ore, negli ultimi quarantacinque minuti ci sono state numerose domande da parte degli studenti a cui Giovanni Impastato ha risposto con molto piacere spiegando com'era il rapporto con il fratello e con il padre mafioso o come la classe politica non abbia fatto abbastanza in questi anni per combattere il fenomeno. Sono cambiate molte cose dal 1978. In questi 37 anni quei "100 passi" si sono accorciati, perché oggi quando parliamo di mafia o di un mafioso, non sappiamo bene chi sia. L'invito è quello di continuare sull'onda dell'impegno civico contro le associazioni criminali facendo sì che l'esempio di Peppino Impastato non sia stata invano e che il suo ricordo continui a vivere.