Una volta era la diocesi di Sant’Agata de’ Goti. Quella di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e Papa Sisto V che proprio nella perla del Sannio Caudino avevano mosso i passi del loro ministero episcopale. Quella diocesi che a metà degli anni ’80 era stata accorpata ad un’altra, altrettanto prestigiosa, sede episcopale: ovvero quella di Telese e Cerreto. Due storie secolari: con la diocesi telesina con il vescovo Florenzio esistente già nel V secolo; e quella caudina censita nel 970 ma probabilmente più antica. Due cattedre unificate in persona episcopi il giorno del 21 marzo 1984. Il vescovo in questione era Sua Eccellenza Felice Leonardo. Due anni dopo (30 settembre 1986) sarebbe arrivato il decreto che avrebbe sancito l'unione piena delle due sedi. Ma adesso anche la Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti rischia seriemante di essere soppressa: Papa Francesco sta infatti lavorando ad un progetto di tagli che interesserà le 222 sedi della Conferenza Episcopale Italiana con soppressioni ed accorpamenti. Una sorta di “spending review” applicata alla Chiesa, e che secondo quanto riportato ieri in un articolo de “Il Fatto Quotidiano” potrebbe vedere l’abolizione di ben 36 sedi. Il parametro, come già accaduto per un altro taglio – quello delle Province italiane – dvrebbe essere quello della popolazione: a rischio sarebbero infatti le diocesi al di sotto delle 90 mila anime. Nell’articolo de “Il Fatto Quotidiano” vengono elencate, a titolo esemplificativo, alcune Diocesi a rischio: il progetto di Bergoglio prevedrebbe la soppressione delle sedi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; di San Marino-Montefeltro e di Ischia. E nel Sannio? La sede di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti non è tra quelle elencate da “Il Fatto”, che però cita solo tre delle 36 che verranno soppresse. Allora, proviamo a fare noi i conti, prendendo i dati forniti dalla stessa diocesi. Quella guidata da monsignor Michele De Rosa oggi conta 88.989 abitanti, oltre che 60 parrocchie, 56 sacerdoti secolari, 16 sacerdoti regolari e 2 diaconi permanenti. Una popolazione dunque al di sotto, anche se di pochissimo, di quella soglia assunta a parametro della spending review pontificia. Un taglio che interesserà ovviamente anche i vescovi, che dovrebbero scendere da 236 a 200. La speranza dei fedeli è che anche in questo caso, come già accaduto con i tagli alle province del governo italiano, il processo di riduzione della spesa proceda a rilento.
di Vincenzo De Rosa