"Il verso dell'anima", conversazione con Giuseppe Riccio

Mercoledì l'appuntamento nella sede della Fondazione Gerardino Romano

Telese Terme.  

La Fondazione Gerardino Romano, mercoledì alle 18.30 presso la sede sociale di Piazzetta G. Romano 15, Telese Terme, accoglie il prof. Giuseppe Riccio. L’incontro, coordinato dal prof. Felice Casucci, è destinato alla presentazione del libro Il verso dell’anima, Liguori Editore, 2014. "Il racconto - si legge in una nota - diviso in due parti, si snoda in epoche e luoghi collegati dagli eventi bellici e dal progredire del giovane Giuseppe, da fanciullo a uomo, da figlio a padre. I veri attori, però, sono sentimenti ed emozioni, paesi e città, coro di gente umile e di affermati professionisti, monumenti e stamberghe, via via inseriti in scenografie e coreografie, i cui linguaggi artistici sono il silenzio e la diversità, evidenti segni di contraddizioni epocali, a cui fa da mentore un raffinato vocabolario che narra magnificenze antiche e problemi di oggi. Insomma, si alza il sipario su avvenimenti personali ed eventi collettivi, su contesti sociali, su epoche storiche, su eventi comuni, su reminiscenze sottratte alla memoria; eppure non è un racconto autobiografico. Attraverso generazioni e cinquant'anni del Paese, si narrano scene corali, nelle quali i protagonisti non recitano, ma vivono e raccontano paesi e città; che essi abitarono in comunioni contadine o in rumorosi stormi cittadini; lì, dove vissero meraviglie e gesta ripetute in ogni parte della terra e mai ammirate con orgoglio; troppo spesso eluse; a volte neanche guardate, per evitare coinvolgimenti o implicazioni emotive. Un romanzo, un saggio, una biografia, un incitamento all’impegno politico (pamphlet). Un’intervista ipotetica ne è l’unica risposta. Una lingua arcana. Direi arcaica. Ricca di aggettivi. Copiosa. Funambolica. Entrare in un libro è come entrare in una casa disabitata infestata di fantasmi. Ogni cosa fa paura. Ogni cosa ricorda la vita che si è vissuta. Tutto è uno squarcio sul passato e uno sguardo di luce sul futuro. Mentre leggo penso: tra questi soffi di vento ci sono anche io. Bisogna abituarsi ad esserci. Non ci sono connotazioni geografiche. Tutto sembra uscito dalla penna di una fiaba (non di una storia di vita vissuta)".