Mulino Pacifico: torna "Obiettivo T"

La storica rassegna della Solot

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Benevento.  

Lunedì 27 gennaio, alle ore 20.30, presso il Nuovo Teatro Mulino Pacifico di via Appio Claudio, torna Obiettivo T, la storica rassegna teatrale promossa dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento, che giunge quest’anno alla sua ventottesima edizione.
“I fiori del Campo”, questo il titolo dello spettacolo in programma, prodotto dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento e “I due della città del sole”, diretto da Antonio Intorcia, con Antonio Intorcia, Michelangelo Fetto, Assunta Maria Berruti, Carlotta Boccaccino, Luigi Furno.
Lo spettacolo si arricchisce degli interventi video di Michele Salvezza e Angela Dell'Oste e delle musiche originali composte ed eseguite da Antonello Rapuano.
Così le note di regia: “Lo spettacolo “I fiori del Campo”, tratta dal punto di vista di un fotografo austro-polacco, internato in un campo di concentramento, del terribile genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati, a partire dalla seconda metà del XX secolo, nei confronti degli ebrei d'Europa e, per estensione, di tutte le categorie ritenute "indesiderabili”, che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di entrambi i sessi e di tutte le età. 
Alla fine degli anni ’30, dopo l’invasione tedesca della Polonia, il fotografo austro-polacco, Brasse , rifiuta di arruolarsi nell’esercito di Hitler come tutti gli uomini dell’epoca, perché non vuole tradire la sua Patria. 
Un anno dopo viene internato in un campo di concentramento. Dopo essere sopravvissuto per alcuni mesi, un giorno viene convocato nell’Ufficio Politico del campo, dal comandante Walter, il quale, venuto a sapere da alcuni documenti della sua origine ariana e della sua professione di fotografo, decide di aggregarlo al Servizio Identificazione del campo, con il compito di fare fotografie ai prigionieri di ambo i sessi per identificarli e crearne un archivio. 
All’inizio con il solo scopo di sopravvivere, in seguito con quello ancor più nobile di “agire”, documenta, a suo rischio e pericolo, sempre più dettagliatamente l’orrore che pervade il campo…”.