Omicidio Matarazzo: Iorillo, presunto mandante, sceglie il rito abbreviato

Benevento. L'udienza Gup slitta a gennaio per papà della 15enne che si era tolta la vita nel 2008

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Benevento.  

La richiesta non è stata ancora depositata, ma solo annunciata in aula: rito abbreviato. E' la scelta dei difensori – gli avvocati Raimondo Salvione e Renato Jappelli - Lucio Iorillo, 64 anni, di Frasso Telesino, del quale il pm Stefania Bianco ha proposto il rinvio a giudizio come presunto mandante del delitto di Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore, di Frasso Telesino, che la sera del 19 luglio 2018 era stato ucciso a colpi di pistola – i familiari sono assistiti dall'avvocato Antonio Leone- dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva. Un omicidio contestato con l'aggravante della premeditazione, compiuto meno di un anno prima dell'entrata in vigore della nuova norma che esclude il ricorso al rito che prevede una pena ridotta di un terzo.

Secondo gli inquirenti, Iorillo l'avrebbe organizzato e commissionato per vendicarsi di quell'uomo che poco più di un mese prima di essere ammazzato aveva finito di scontare la condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni di sua figlia, la 15enne che il 6 gennaio 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero.

Questa mattina l'udienza preliminare dinanzi al gup Loredana Camerlengo, slitta al 29 gennaio per un difetto di notifica.

Come è ampiamente noto, a maggio la Cassazione ha annullato, disponendo un ulteriore giudizio di secondo grado, la sentenza con la quale la Corte di assise di appello di Napoli, il 14 marzo 2023, aveva assolto, per non aver commesso il fatto, Giuseppe Massaro (avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri), 59 anni, di Sant'Agata dei Goti, e Generoso Nasta (avvocati Orlando Sgambati ed Angelo Raucci), 34 anni, di San Felice a Cancello, che la Corte di assise di Benevento il 6 ottobre 2021 aveva condannato all'ergastolo.

In base alla ricostruzione del pm Francesco Sansobrino e dei carabinieri, Massaro è accusato di aver fornito la 357 Magnum, detenuta legalmente, che avrebbe fatto fuoco – l'arma era stata ritrovata dopo un mese dai carabinieri nella cassaforte di casa - e la Croma che avrebbe guidato Nasta. Una ricostruzione alla quale è stato aggiunto un nuovo tassello – manca ancora il killer - dopo l'individuazione di Iorillo come colui che avrebbeideato il delitto, al quale, sostiene la Procura, avrebbe pensato per lungo tempo, adoperandosi alla ricerca di coloro che avrebbero dovuto far fuori Matarazzo anche nel carcere nel quale era detenuto.

Il pm Stefania Bianco è convinto che avrebbe pagato la somma di 20mila euro, in parte versata, a Massaro e Nasta, e che si sarebbe creato un alibi per allontanare da sé ogni sospetto: in particolare, con incontro con terze persone il pomeriggio e la sera del 19 luglio 2018.