Avrebbe cercato di estorcere una somma di denaro al titolare di un'attività commerciale: un'accusa per la quale il Pm Flavio Felaco ha chiesto per lui la custodia cautelare agli arresti domiciliari, che Vincenzo Masone, 39 anni, di Benevento, ha respinto questa mattina dinanzi al gip Salvatore Perrotta nel corso dell'interrogatorio preliminare all'adozione della misura.
Secondo gli inquirenti, nel mirino di Masone sarebbe finito un commerciante in via Avellino dal quale avrebbe preteso 2500 euro: un importo da versare per dieci anni.
Difeso dall'avvocato Fabio Ficedolo, il 39enne ha offerto la sua versione, sostenendo che quella mattina di settembre si era recato, come ogni giorno, alla Caritas, e che un cane del proprietario del negozio dinanzi al quale era transitato aveva all'improvviso addentato la busta che stringeva in una mano, facendo cadere a terra il cibo che conteneva. Lui si era lamentato, poi la colluttazione con la parte offesa, che aveva dato l'allarme alla polizia, che aveva den unciato Masone per tentata estorsione.