Doppia truffa, maxi bottino: scarcerati i due indagati, uno è sannita

Ai domiciliari un 44enne di Cautano ed un 24enne di Eboli

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Benevento.  

AGGIORNAMENTO 4 NOVEMBRE

Uno ha risposto -Alfredo T., 44 anni, di Cautano-, l'altro - Devid M., 22 anni, di Eboli- si è invece avvalso della facoltà di non farlo. Difesi dall'avvocato Giovanna Coppola, entrambi sono però stati scarcerati e spediti ai domiciliari. E' quanto deciso dal Gip del Tribubale di Viterbo, che ha poi dichirato la propria incomptenza territoriale, disponendo la trasmissione degli atti a Perugia, per le due persone arrestate per truffa ai danni di due anziane e resistenza a pubblico ufficiale.

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Sono finiti in carcere perchè ritenuti i presunti autori di due truffe ai danni di altrettante persone anziane. E' questa l'ipotesi di reato, oltre a quella di resistenza a pubblico ufficiale, costata l'arresto, operato dai carabinieri, ad Alfredo T., 44 anni, di Cautano, e a Devid M., 22 anni, di Eboli, difesi dall'avvocato Giovanna Coppola.

Avrebbero utilizzato, in concorso con un minore per il quale si procede separatamente, una tecnica ampiamente sperimentata, della quale avevano fatto le spese due pensionate a Città di Castello e a Monte Santa Maria Tiberina, due centri umbri. Punto di partenza, la telefonata con la quale un sedicente maresciallo dell'Arma avrebbe annunciato alle vittime di turno che un figlio aveva provocato un incidente stradale per il quale rischiava di finire dietro le sbarre, ma che un legale, già presente in caserma, avrebbe potuto aiutarlo.

La mossa successiva sarebbe stata una ulteriore telefonata, stavolta del finto avvocato che avrebbe chiesto loro, per mettere tutto a posto, in un caso la somma di 1200 euro, nell'altro soldi ed oggetti d'oro. Denaro ritirato da un uomo che, spacciandosi per un carabiniere, aveva bussato alle loro abitazioni, facendosi consegnare, nel secondo episodio, 70 euro, orologi, anelli, bracciali, collane e fedi nuziali d'oro.

Poi la fuga a bordo di una Kia che i carabinieri della Stazione di Narni Scalo avevano intercettato, cercando di fermarla. Il conducente si era allontanato a grande velocità, da qui un inseguimento nel corso del quale la Kia si era schiantata contro il cordolo della rotatoria del casello autostradale di Orte. Gli occupanti avevano provato a squagliarsela a piedi, ma erano stati bloccati, arrestati e condotti presso il carcere di Terni. Lunedì la convalida dinanzi al Gip del Tribunale di Viterbo.