E' in carcere a Benevento ma continua a stalkerare la sua vittima

La donna, dopo aver denunciato 11 volte l'uomo per molestie, si è rivolta al parlamentare Borrelli

e in carcere a benevento ma continua a stalkerare la sua vittima
Benevento.  

“Continua a ricevere minacce e telefonate anonime a casa Loredana, una donna vittima di stalking e aggressione da parte di un uomo che risulta attualmente detenuto nel carcere di Benevento”. Lo rivela il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, cui la donna si è rivolta, per denunciare che "non sono bastate 11 denunce per molestie e maltrattamenti a fermarlo. Neanche il carcere, nel quale è attualmente detenuto per altri reati, visto che l'uomo è riuscito a rintracciarla sia telefonicamente che tramite social, oltre a farla pedinare da un complice successivamente individuato".
A chiedere tutela per la donna, con Borrelli, anche l'artista e conduttore radiofonico Gianni Simioli. "Dobbiamo difenderla dal suo stalker e dall'indifferenza di un sistema che dovrebbe tutelarla e invece consente al suo aguzzino di molestarla anche dall'interno del carcere. Una storia raccapricciante che vede ancora una volta protagonista una donna che dopo aver denunciato per ben 11 volte le aggressioni e le molestie subite, viene ancora minacciata a distanza di quattro anni dalla detenzione del criminale che la minaccia. E' inaccettabile che si consenta a una persona sottoposta a misura restrittiva di poter raggiungere telefonicamente, addirittura tramite i social, proprio la donna che lo ha denunciato. Una falla clamorosa del nostro sistema carcerario. La storia di Loredana fa emergere anche un'altra criticità seria, quella della mancanza di autosufficienza economica che impedisce alle donne di potersi liberare dei loro aguzzini. Su questo punto bisogna fare di più prevedendo coperture finanziarie e incentivi per le aziende che assumono donne vittime di violenza", questa la denuncia. "Chiedo una tutela adeguata per me e per le mie figlie - ha dichiarato Loredana attraverso Borrelli - perché non possiamo continuare a vivere nella paura che un giorno lui possa uscire dal carcere e venire da noi per vendicarsi. Ancora oggi, a distanza di quattro anni dal primo episodio, riceviamo telefonate anonime minacciose. Nonostante abbia cambiato diversi penitenziari in questi anni è sempre riuscito a contattarci con ogni mezzo, anche attraverso i social. Ha minacciato di sfigurarmi e di fare del male alle mie figlie. Vorrei cambiare vita, andare via, ma le condizioni economiche non me lo consentono. Vorrei avere un lavoro fisso e l'autonomia per sottrarmi a tutto questo e garantire una vita più serena alle mie figlie".