"Beni di Salvatore Polizia intestati fittiziamente", Pm chiede cinque condanne

Benevento. A giudizio ci sono, oltre al 59enne, anche alcuni suoi familiari. Sentenza a gennaio

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Benevento.  

La condanna di tutti gli imputati. L'ha chiesta il pm Maria Gabriella Di Lauro per le cinque persone – una sesta è stata assolta nell'estate del 2021 con rito abbreviato - spedite a giudizio per intestazione fittizia di beni dopo essere state coinvolte nell'inchiesta della Squadra mobile e della guardia di finanza che era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica il 1 febbraio di due anni fa, quando Salvatore Polizia (avvocato Vincenzo Sguera), 59 anni, di Benevento, era finito in carcere - poi era  tornato in libertà- e gli erano stati sequestrati tutti i locali.

Un'inchiesta centrata sulla convinzione che Polizia avrebbe impiegato e trasferito in una serie di attività commerciali i proventi derivanti da alcuni reati (rapina, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti), attribuendo fittiziamente la gestione e la titolarità a familiari e non solo.

In particolare, il Pm ha proposto 4 anni e 6 mesi per lui, 3 anni per Dora Guerra, 57 anni, Gianmarco Salvatore Polizia, 26 anni, ex moglie e figlio di Salvatore – sono difesi dall'avvocato Angelo Leone– , 2 anni per Gerardo Polizia (avvocato Luigi Giuliano), 41 anni, nipote dello stesso Salvatore, e Francesco Signoriello (avvocato Fabio Russo), 49 anni, di Sant'Angelo a Cupolo. A seguire, le arringhe dei difensori, che si concluderanno il 25 gennaio, quando arriverà la sentenza.

Come si ricorderà, aSalvatore Polizia era stato accusato anche di autoriciclaggio: un addebito per il quale era stato dichiarato il non luogo a procedere nei suoi confronti, perchè il fatto non sussiste, al termine dell'udienza preliminare

L'autoriciclaggio era già stato annullato dal Riesame, nuovamente interpellato dalla Cassazione, per “l'assenza di qualsiasi collegamento tra taluno di quei reati (anche quanto all'effettiva consistenza del profitto ricavato) e le condotte contestate al Polizia”. E ancora: “Il Tribunale ha sostanzialmente rinunciato ad individuare qualsiasi effettiva corrispondenza tra le utilità ricavate dal Polizia da determinati delitti e la condotta di reinvestimento, contestata indistintamente dal giorno di entrata in vigore della nuova fattispecie (autoriciclaggio ndr) dal 2015 fino al 20 febbraio del 2020, e con un riferimento omnicomprensivo – ma sfornito di qualsiasi riferimento temporale – ai delitti”.

Durante l'interrogatorio di garanzia, l'allora 57enne aveva sostenuto di aver acquistato pizzerie, bar e punti di ristorazione non con i proventi derivanti da rapina, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, ma attraverso prestiti bancari e di amici, e cambiali.

Inoltre, aveva precisato di aver ceduto ad un ristoratore un'attività, con locali ed attrezzature di proprietà di un'altra società, perchè non andava bene, e di aver fatto altrettanto con la seconda, passata ad un nipote che non era riuscito però a migliorarne la situazione, al punto da doverla chiudere nel 2020.