Revocati dal gip Pietro Vinetti, che lo scorso 30 ottobre li aveva confermati, gli arresti domiciliari per Silvestro Fusco, 54 anni, e Giuseppe Tedesco, 53 anni, di Vitulano, fermati dai carabinieri per una ipotesi di tentata estorsione in concorso ai danni di un avvocato.
La decisione è stata adottata dallo stesso giudice su richiesta del pm Maria Colucci alla luce delle investigazioni difensive dell'avvocato Raffaele Scarinzi. Già nel corso dell'udienza di convalida il legale aveva sottolineato come si trattasse non di tentata estorsione ma di esercizio arbitrario delle proprie ragioni: un argomento supportato dall'escussione della parte offesa, che aveva confermato l'esistenza del credito vantato da Fusco, poi ascoltata dalla Procura.
Un dato che ha determinato la diversa qualificazione del reato, procedibile in presenza della querela del professionista, che nel frattempo l'aveva rimessa. Da qui, caduti i presupposti, la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari prima della pronuncia del Riesame, prevista nei prossimi giorni.
Dopo l'arresto, Fusco aveva spiegato di aver avvicinato l'avvocato dinanzi ad un bar per ottenere le somme che ritiene di vantare. Secondo gli inquirenti, l'avrebbe fatto sotto la minaccia di una pistola, che poi risulterà a salve, che –aveva affermato – si sarebbe fatto dare da Tedesco, al quale l'aveva affidata in precedenza. Quest'ultimo, che peraltro aveva bevuto, dopo avergli domandato cosa dovesse farci, l'aveva riposta in una tasca, dalla quale l'aveva prelevata facendola cadere più volte a terra.
Come si ricorderà, era stato lo stesso profesionista a dare l'allarme ai carabinieri, che avevano bloccato i due uomini mentre viaggiavano a bordo di una macchina nella quale era stata rinvenuta la pistola a salve.