Morire di lavoro a cinquant'anni

La tragica fine di Pietro, che aveva festeggiato il compleanno qualche settimana fa

Arpaia.  

Le chiamano morti bianche. Un'espressione dietro la quale si nascondono i drammi che costano la vita a persone che stanno lavorando. Una lunghissima scia di dolore, famiglie sconvolte. Come quella di Pietro. Era originario di Milazzo, in provincia di Messina, ma abitava ad Apollosa. E' lì che lui e la moglie, sposata a Ceppaloni agli inizi degli anni '90, si erano trasferiti. Da qualche settimana aveva compiuto cinquant'anni. Li aveva festeggiati con i due figli. Il più grande ha vent'anni, l'altra appena dodici. Entrambi non hanno più il papà.

Se l'è portato via, in una maledetta mattina di fine agosto, un destino assurdo. Un incidente. Era un operaio alle dipendenze di un'impresa di San Martino Valle Caudina che in questo periodo è impegnata nei lavori di allargamento della rete fognaria ad Arpaia, uno dei lembi estremi del territorio della provincia di Benevento prima dell'inizio di quella casertana. L'incubo si è materializzato intorno alle 11, il sole era alto mentre erano in corso gli interventi di scavo nel cantiere aperto in via Carducci. Il terreno è venuto giù all'improvviso ed ha travolto Pietro. Lo ha sommerso fino all'altezza della testa.

I colleghi hanno disperatamente cercato di salvarlo. Con l'aiuto dei vigili del fuoco, accorsi nella zona quando è scattato l'allarme, sono riusciti a liberarlo da quella massa di detriti diventata la sua trappola. Non c'era però più nulla da fare, a quel punto. I soccorritori del 118 hanno provato in tutti i modi a rianimarlo, ma è stato tutto inutile. Purtroppo.

Il resto è tristissimo rituale: i carabinieri hanno avviato le indagini e sequestrato l'area, mentre il medico legale Vincenzo Migliorelli, sul posto con il sostituto procuratore Assunta Tillo, che dirige l'inchiesta, ha proceduto al sopralluogo. La salma è stata trasferita presso l'obitorio dell'ospedale Rummo, a Benevento, per la visita esterna. Nelle prossime ore il magistrato inquirente deciderà se disporre, come sembra probabile, l'esame autoptico.

La notizia si è diffusa immediatamente, spazzando via in un istante la speranza che Pietro, nonostante tutto, potesse avercela fatta. Non era così, il suo cuore si era fermato per sempre. Gettando nello sconforto quanti gli volevano bene.

“E' un fatto terribile e sconvolgente, ha commentato, con la voce rotta dall'emozione, il sindaco di Apollosa Marino Corda. Era nel suo ufficio in Comune quando ha appreso ciò che era capitato al povero Pietro. Un pensiero ai suoi familiari, “la solidarietà e la vicinanza” del primo cittadino.

E' il racconto dell'ennesima tragedia: l'ennesimo grano di un rosario che sembra non finire mai. Si continua a morire sul lavoro, meno che negli anni passati. Si continua a perdere la vita mentre si è impegnati a garantire il presente ed il futuro a se stessi e ai propri cari. Pietro aveva solo cinquant'anni.  

Enzo Spiezia