"Rivelate notizie della Procura coperte da segreto", 4 condanne e 1 assoluzione

Benevento. La sentenza su un filone dell'inchiesta sui centri per migranti

rivelate notizie della procura coperte da segreto 4 condanne e 1 assoluzione
Benevento.  

Quattro condanne ed un'assoluzione sono state stabilite dal Tribunale nel processo a carico delle cinque persone tirate in ballo da un filone dell'inchiesta della Procura di Benevento sulla gestione dei centri di accoglienza per i migranti, trasmesso per competenza alla Procura di Napoli.

E' quello relativo al presunto accesso abusivo al sistema informatico dell'ufficio inquirente sannita, le accuse a vario titolo: accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreti d'ufficio, prospettate per fatti che andavano da maggio 2016 a febbraio 2017. Quando, sostengono gli inquirenti, attraverso l'accesso al Registro della Procura, sarebbero state fornite notizie riservate su alcuni procedimenti, tra cui quello sui centri di accoglienza per i cittadini stranieri, senza l'autorizzazione del Procuratore.

In particolare, queste le decisioni: 1 anno e 10 mesi, pena sospesa, a Giuseppe Pavone (avvocati Luca Guerra ed Elena Cosina), 58 anni, all'epoca in servizio presso il Registro generale della Procura; 1 anno e 6 mesi a Paolo Di Donato (avvocati Pietro Farina e Vittorio Fucci), 53 anni, di Sant'Agata dei Goti, ritenuto il dominus del Consorzio Maleventum; 1 anno e 4 mesi, pena sospesa, all'avvocato Cipriano Ficedolo (avvocato Vincenzo Sguera), 50 anni, di Benevento; 8 mesi, pena sospesa, a Maria Antonietta Di Gioia (avvocati Vittorio Fucci e Cosimo Servodio, 71 anni, di Airola.

Assolto invece, perchè il fatto non sussiste, Gennaro Porcaro (avvocato Sergio Rando), 71 anni, di Benevento, come Di Gioia in servizio presso il Registro generale.

Pavone, Di Donato, Ficedolo e Di Gioia sono stati assolti, perchè il fatto non sussiste, dalle altre imputazioni. Pavone è stato condannato per sei degli otto capi di imputazione: due in concorso con Di Donato, uno con Ficedolo, che a sua volta è stato riconosciuto responsabile di un altro addebito in concorso con Di Gioia.

Il pm napoletano Roberto Balatto Pirro aveva chiesto 2 anni e 6 mesi per Pavone per 5 capi di imputazione (due prescrizioni ed un'assoluzione), 1 anno e 4 mesi per Di Donato, 4 mesi per Ficedolo per un addebito (assoluzione per altri quattro e la prescrizione per un quinto) e l'assoluzione per Di Gioia e Porcaro. Del tutto opposte le conclusioni delle difese, che, tranne in un caso, non sono state accolte dal collegio giudicante.