Annullato dal Riesame (presidente Fallarino, a latere Telaro e Nuzzo) il sequestro preventivo dell’area di cantiere in via Calandra dove sorgeva l'immobile, demolito, dell'Inps. Accolte, dunque le motivazioni illustrate nei ricorsi curati dagli avvocati Antonio Castiello e Carmine Monaco, supportate anche da una consulenza di parte, di segno opposto a quella che aveva indotto il pm Assunta Tillo a chiedere, ed ottenere, il provvedimento.
Il sequestro era stato operato venti giorni fa dai carabinieri e della guardia di finanza in servizio presso la Procura a carico di tre persone: Giovanni Romaniello, 66 anni, di Pietradefusi, procuratore speciale della 'Car. Bet srl' , la società proprietaria, Carlo Giovanni Oliviero, 90 anni, di San Giorgio del Sannio, Beti del Carmen Marquez Serrano, 78 anni, di Pietradefusi, entrambi amministratori della 'Car. Bet srl'.
Era scattato per l'addebito relativo alle violazioni edilizie: secondo gli inquirenti, “l’intervento di sostituzione edilizia mediante demolizione e ricostruzione del complesso immobiliare dismesso sarebbe eseguito in virtù di un permesso di costruire ritenuto illegittimo in quanto rilasciato: ai sensi del cosiddetto "Piano Casa", nel caso di specie inapplicabile e previa erronea classificazione dell'area come urbana degradata”.
Un dato al quale la difesa ha replicato, tra l'altro, precisando come la zona interessata non rientrasse tra quelle escluse dal Comune di Benevento rispetto alla possibilità di applicare questa tiplogia di intervento prevista dal Piano casa.
I lavori sono relativi alla costruzione di due blocchi: uno residenziale (60 alloggi distribuiti per 5 piani fuori terra, comprensivi di esercizi commerciali suddivisi in 12 unità, 61 box auto oltre i locali tecnici e 46 posti auto scoperti); l'altro commerciale (due strutture di vendita), procedendo alla demolizione del complesso immobiliare esistente ; ricadente in una zona classificata in parte minima come "viabilità pubblica" ed in parte maggiore come zona F4 destinata alla realizzazione di attrezzature direzionali e sociali di interesse collettivo.
Il sequestro era stato adottato in una inchiesta nella quale risultano chiamati in causa due dirigenti e funzionari del Comune di Benevento ed un architetto, quest'ultimo tecnico di fiducia della società.