Lui è stato condannato a 7 anni per usura ed estorsione, lei assolta dall'accusa di riciclaggio perchè il fatto non costituisce reato. E' la sentenza del Tribunale (presidente Fallarino, a latere Telaro e Nuzzo), rispettivamente, per Antonio Spina, 75 anni, e la moglie Ida Sparandeo, 59 anni, di Benevento, assistiti dall'avvocato Nazzareno Fiorenza, che aveva sollecitato la loro assoluzione perchè il fatto non sussiste.
Per Spina, assolto, perchè il fatto non sussiste, dagli addebiti di esercizio abusivo dell'attività bancaria e di usura a due persone, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili -un imprenditore edile e la coniuge, rappresentati dall'avvocato Matteo De Longis- ed il pagamento alle stesse di una provvisionale di 5mila euro per ciascuna di loro.
Il Pm aveva chiesto 9 anni e 1 mese per Spina e 4 anni per Sparandeo.
Nel mirino di una indagine della Squadra mobile era finito un prestito di 60mila euro che nel 2011 Spina avrebbe fatto al titolare dell'impresa: una somma sulla quale sarebbe stato applicato un interesse pari al 10% mensile. Quanto a Sparandeo, secondo la Procura, i soldi provenienti dalla presunta attività usuraria sarebbero stati utilizzati per l'acquisto di un immobile a San Giorgio del Sannio.
L'jnchiesta era rimbalzata all'onore delle cronache nel novembre del 2013, quando Spina era stato arrestato- successivamente era tornato in libertà. In quella occasione il gip aveva detto no al provvedimento cautelare chiesto per Sparandeo, con una decisione impugnata dinanzi al Riesame, che aveva disposto i domiciliari per la donna: una misura eseguita dopo la pronuncia della Cassazione, successivamente attenuata e infine revocata.