Il pm Maria Colucci aveva chiesto la condanna ad 1 anno e 6 mesi, i legali di parte civile – gli avvocati Valeria Verrusio e Antonio Iuliucci - si erano espressi per la dichiarazione di responsabilità dell'imputata, della quale l'avvocato Alfonso Furgiuele aveva invece sollecitato l'assoluzione. Nel tardo pomeriggio la sentenza del giudice Grazia Maria Monaco, che ha condannato a 6 mesi, pena sospesa, ed al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili, la dottoressa Agnese Miranda, chiamata in causa dalle indagini sulla morte di Gaetana C. , 70 anni, di Ceppaloni, avvenuta il 23 maggio del 2015.
La pensionata aveva accusato un malore all'interno della stazione ferroviaria di Benevento. Era scesa dal treno bianco dell'Unitalsi che da Lourdes l'aveva riportata a casa, ad attenderla c'era il figlio. All'improvviso si era accasciata: soccorsa dal 118, era stata trasportata in ambulanza al Fatebenefratelli e, secondo il pm Patrizia Filomena Rosa, sottoposta dalla dottoressa Miranda, cardiologa di turno al pronto soccorso,“ai soli esami di laboratorio, ad un elettrocardiogramma che era stato ritenuto regolare, e all'emogasanalisi arteriosa. A distanza di circa tre ore era stata dimessa con l'indicazione di una terapia gastroprotettrice”.
Tutto sembrava risolto ma, mentre lasciava la struttura, la poverina si era sentita nuovamente male, per questo era tornata al pronto soccorso, dove era stato effettuato un “dosaggio markers di necrosi miocardica” che non sarebbe stato eseguito in occasione del procedente prelievo ematico. Una circostanza che, a detta della Procura, avrebbe determinato il ritardo nella diagnosi di una sindrome coronarica ed il peggioramento delle condizioni della paziente, il cui cuore si era fermato per sempre.
L'autopsia curata dal medico legale Monica Fonzo, supportata dal cardiologo Carmine Santamaria, aveva individuato in una ischemia coronarica la causa del decesso. Una conclusione condivisa dal dottore Alfonso Gifuni, scelto dai familiari della vittima, ma non dai consulenti della difesa – i professori Pietro Tarsitano e Antonio Cittadini – secondo i quali la morte sarebbe stata scatenata da un evento cardiaco improvviso contro il quale la Miranda nulla avrebbe potuto fare.
Valutazioni di segno opposto riecheggiate oggi in aula, alle quali sono seguite la discussione e la sentenza. A distanza di oltre quattro anni dal rinvio a giudizio, quando era stato anche deciso il non luogo a procedere nei confronti di un altro medico.