Un'avvocatura che sogna e guarda al futuro, superando i contrasti interni. Un'avvocatura capace di riprendersi il futuro. E' così che il presidente dell'Ordine degli avvocati di Benevento, Stefania Pavone, introdotto dal segretario Vincenzo Sguera, gran cerimoniere, ha concluso il suo intervento di apertura della Festa delle medaglie, convocata al teatro San Vittorino per premiare i legali con 40, 50 e 60 ani di iscrizione all'Ordine.
Un appuntamento nello stesso giorno in cui – ha ricordato Pavone – “cent'anni prima, il 9 novembre del 1922, Luigi Cifaldi, al vertice degli avvocati sanniti, era stato insignito con una pergamena per i 40 anni di professione”. Il pensiero è andato ai colleghi che non ci sono più: evocazione emotiva, poi , l'immediato ritorno alla realtà, “ad esempi di professionalità ed impegno che ottengono il giusto riconoscimento dopo aver vissuto tante novità, testimoni di un cambiamento che ha avuto conseguenze sul lavoro, con i nuovi Codici e la digitalizzazione”.
Il sindaco Clemente Mastella, rispolverando un suo cavallo di battaglia, “l'umanesimo giudiziario”, si è augurato che venga correttamente rideterminato “il rapporto tra cittadini e potestà dello Stato, senza immaginare che sul diritto prevalga un moralismo che ha accompagnato la storia della Repubblica”. Non ha nascosto la sua emozione di fronte “ad avvocati che conosco, molti dei quali amici”, il presidente del Tribunale, Marilisa Rinaldi, che, dopo aver affermato che “magistratura ed avvocatura hanno la cultura della giustizia e della sicurezza della società”, ha sottolineato le “battaglie degli avvocati sul giusto processo e sul difensore d'ufficio” ed ha fatto ricorso ad una citazione: “Dove esiste un avvocato esiste la libertà nella legalità”.
Il procuratore Aldo Policastro ha apprezzato “le parole di Pavone sulla necessità che l'avvocatura non si chiuda nel proprio cortile e vada oltre”. E' l'unica libera professione – ha continuato – “citata in Costituzione, è una istituzione democratica sana che va difesa, come ben sa la generazione di avvocati capace di uscire dal periodo buio della guerra”.
Agostino Maione, delegato della Cassa forense, si è detto “lieto per l'unità, a Benevento, tra magistratura e avvocatura”, evidenziando che la Cassa “è impegnata in un processo riformatore”. Mentre Maria Masi, presidente del Consiglio nazionale forense, ha insistito sull'urgenza, “in un momento di crisi economico- finanziaria ed identitaria, che gli avvocati recuperino, senza trascurare la solidarietà, il ruolo di ponte tra le istanze della società civile e la tutela della legalità”.
Poi, finalmente, il momento della premiazione -non tutti erano presenti- degli avvocati Rosario Fedele (60 anni di iscrizione) e, per i 50 anni di iscrizione, Emanuele Biondi, Lucio Rodolfo Crisci, Erminia Delcogliano, Agostino Feleppa, Silvio Ferarra, Francesco Fusco, Biagio Izzo, Arturo Mongillo, Mario Ricciardi, Gaetano Testa, Antonio Bianculli, Luigi Rotondi e Oreste De Angelis.
Per i 40 anni di iscrizione gli avvocati Antonio Barbieri, Francesco Bevere, Bruno camilleri, Renato Damiano, Francesco Cangiano, Mario Chiusolo, Francesco Criscoli, Umberto Del Basso De Caro, Andrea De Longis, Fulvio Di Mezza, Sergio Miniero, Carmine Monaco, Gaetano Grasso, Pericle Maria Negri, Italo Palumbo, Giovanni Romano, Alessandro Tanzillo, Eugenio Capossela e Domenico De Chiaro.