Quando era stata ricoverata, aveva addosso una somma di denaro che non aveva più recuperato. Quei soldi erano spariti dalla cassaforte nella quale erano stati custoditi, ed ora sarà l'Asl a doverli rimborsare alla paziente. Lo ha deciso il giudice Vincenzina Andricciola nel giudizio civile intentato da una donna di Benevento, assistita dagli avvocati Giovanni Rossi e Alessandro Maglione.
I fatti
Tutto era iniziato il 31 magio del 2019, quando la malcapitata, in seguito ad un malore, era stata trasportata presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'Asl, ospitato al San Pio, per le cure del caso. Era stata trovata in possesso, oltre che delle chiavi di casa e di un libretto postale, di 4mila euro in contanti che non aveva voluto fossero affidati ai familiari. Erano stati sistemati in una cassaforte. A distanza di quattro giorni, però, un infermiere si era accorto che il denaro non c'era più, che qualcuno lo aveva sottratto.
Il giudizio
Da qui la chiamata in causa, per violazione dell'obbligo di custodia, dell'Asl, che, rappresentata dagli avvocati Alfredo Soricelli, Antonio Mennitto e Angelo Pasquale Cogliano, ha chiesto nel corso del giudizio il rigetto della domanda, sostenendo di aver adottato tutte le misure e di aver usato la “diligenza del padre di famiglia nela custodia degli effetti personali”.
Di diverso avviso il giudice, che ha ritenuto che l'Asl “non ha dimostrato di aver custodito le chiavi utilizzando misure adeguate” – la dottoressa incaricata di tenerle le aveva messe nel camice e, a fine giornata, nell'armadietto personale- e che”non è stata, invero, usata la dovuta diligenza”. Domanda accolta, dunque, e Asl condannata a sborsare i 4mila euro.
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OCCUPA UN ALLOGGIO, ASSOLTA
Era accusata di aver occupato abusivamente, con un minore, un alloggio popolare, ma è stata assolta. E' la sentenza del giudice Simonetta Rotili, riconosciuto lo stato di necessità, per una donna, difesa dall'avvocato Simona Voso.