AAA cercasi... giudice che decida se spedire o meno a processo quegli imputati

Benevento. Inchiesta sulla Ecologia Falzarano, si astiene anche il terzo Gup. In aula a settembre

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Benevento.  

La ricerca... continua. Mentre, come in un qualsiasi gioco da tavolo, le carte restano ferme e non avanzano di un millimetro. Chi pensava che oggi potesse essere finalmente la volta buona, è stato costretto a ricredersi. Perchè, dopo le colleghe Loredana Camerlengo e Maria Di Carlo, anche il gup Graziamaria Monaco ha dovuto, su sollecitazione della difesa, astenersi perchè componente di un collegio del Riesame che si era espresso su un sequestro.

Niente da fare, dunque, e appuntamento al 7 settembre, quando sarà individuato un ulteriore giudice che porti a termine l'udienza preliminare a carico di Lorenzo Falzarano, 58 anni, la moglie, Loredana De Simone, 51 anni, di Airola, ritenuti amministratori di fatto della 'Ecologia Falzarano', Vittorio Lana, 60 anni, di San Giorgio a Cremano, rappresentante legale della stessa, e Ilaria Valletta, 47 anni, di Moiano, chiamata in causa come amministratore della Eco Energy', di cui il pm Donatella Palumbo ha chiesto il rinvio a giudizio nel secondo troncone di una inchiesta della guardia di finanza sulle vicende della società che, dopo esere stata impegnata per anni nel settore dello smaltimento dei rifiuti in più regioni italiane, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Benevento il 17 giugno del 2020 ed affidata alla curatela, parte civile con l'avvocato Sergio Rando.

Difesi dagli avvocati Antonio Castiello, Ivano Chiesa, Giulia Bongiorno, Maria Cornacchia, Francesco Fabozzi e Flavio Lamberti, gli imputati sono stati chiamati in causa per le accuse, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta (documentale e dissipativa), autoriciclaggio e reati tributari.

Come più volte ricordato, e secondo gli inquirenti, sarebbero stati dissipati “i beni aziendali della società fallita, determinando l’insorgenza di un passivo fallimentare di circa 80 milioni di euro non comprensivo delle istanze di ammissioni tardive, a fronte di un attivo di poco più di 18 milioni”. Il Pm ritiene che sarebbero state “distratte somme di denaro per oltre 9 milioni di euro dal 2014 al 2018 a favore di un'altra società sempre a loro riconducibile, in parte mediante fittizi noleggi di automezzi documentati da fatture per operazioni inesistenti ed in parte mediante l’utilizzo del mastrino “fornitori c/anticipi”, in realtà mai eseguiti, per giustificare contabilmente i movimenti finanziari”.

Inoltre, sostiene l'accusa, “allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, o di recare pregiudizio ai creditori, in parte occultavano, sottraevano o comunque omettevano di tenere i libri e le altre scritture contabili obbligatorie, con particolare riferimento al Registro dei beni ammortizzabili ed i libri sociali, mentre con riferimento ai periodi d’imposta dal 2013 al 2020 tenevano le scritture contabili in modo lacunoso tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari della società dichiarata fallita”.