Accusa padre di abusi, ritratta. Pm vuole chiarimenti su colloqui intercettati

Slitta la sentenza per un 52enne accusato di maltrattamenti e violenza sessuale

accusa padre di abusi ritratta pm vuole chiarimenti su colloqui intercettati

Lettera della figlia, sott'inchiesta per false informazioni al Pm, falsa testimonianza e calunnia,

Benevento.  

AGGIORNAMENTO 11 OTTOBRE

Era in programma oggi, ma è stata rinviata di due settimane per ascoltare, su richiessta del Pm, il perito che ha trascritto due intercettazioni, con l'obiettivo di chiarire alcuni passaggi, la discussione (e la sentenza) del processo a carico del 52enne.

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Alla fine, quando l'orologio segnava un quarto d'ora dopo le 17, il Tribunale (presidente Simonetta Rotili, a latere Graziamaria Monaco e Gabriele Nuzzo) ha deciso, in linea con quanto proposto dal pm Maria Colucci ma non dalla difesa, di acquisire quelle intercettazioni, che saranno trascritte da un perito al quale il 6 settembre sarà affidato l'incarico. No del collegio giudicante, invece, alla richiesta, avanzata dal difensore dell'imputato, di ascoltare la madre della ragazza.

E' la figlia del 52enne cittadino di nazionalità marocchina, assistito dall'avvocato Fabio Russo, che con le sue accuse aveva determinato nel novembre del 2021 l'arresto del papà, detenuto in carcere per violenza sessuale ai suoi danni, fin da quando era minorenne, e maltrattamenti in famiglia. Si è chiusa così una lunga udienza di un processo che a maggio aveva fatto registrare una clamorosa novità, contenuta in una lettera che la giovane aveva inviato al Tribunale, rimangiandosi ciò che aveva detto nei confronti del genitore.

Una ritrattazione a tutto tondo, confermata oggi, spiegata con la volontà di far pagare al papà le botte che, quando era ubriaco, rifilava alla moglie, ai suoi occhi 'rea' di aver consentito che la figlia avviasse una relazione sentimentale con un giovane che lui giudicava non perbene, al quale preferiva un connazionale. Ecco perchè, quando lui aveva effettuato una videochiamata sul cellulare della coniuge, lei aveva afferrato il telefonino e gli aveva fatto credere di essere la moglie. E' la videochiamata nella quale, secondo quanto aveva riferito agli inquirenti, il papà si sarebbe mostrato nudo e impegnato in atti di autoerotismo.

Parole che lei ha ripetuto in aula, affermando di essersi inventata tutto. Una deposizione preceduta dalla comunicazione della dottoressa Colucci sull'esistenza di una serie di intercettazioni a carico della donna, disposte in un procedimento per false informazioni al Pm, falsa testimonianza e calunnia, avviato subito dopo il ricevimento della missiva che aveva vergato.

L'11 ottobre la discussione e la sentenza su una vicenda al centro di una inchiesta della Squadra mobile, scandita anche da un incidente probatorio nel corso del quale lei aveva confermato la accuse contro il padre.

Tre le parti civili: la ragazza con l'avvocato Maria Concetta Iannelli, la mamma con l'avvocato Annamaria Soreca e uno dei figli con l'avvocato Antonio Leone.