Accoltellò una condòmina, prosciolto: incapace di intendere e di volere

Benevento. La sentenza per un 46enne, l'episodio al rione Libertà nel gennaio del 2020

accoltello una condomina prosciolto incapace di intendere e di volere
Benevento.  

Non doversi procedere nei suoi confronti perchè una perizia psichiatrica, curata dal dottore Pierluigi Vergineo, lo aveva definito incapace di intendere e di volere al momento del fatto e non pericoloso socialmente. E' la sentenza del Tribunale nel processo a carico di Vincenzo F., il 46enne di Benevento, sordomuto ed affetto da una cerebropatia neonatale, accusato del tentato omicidio di una 51enne della città – G.G., parte civile con l'avvocato Monica Del Grosso -, ferita all'addome il 9 gennaio del 2020 da una coltellata inferta con una lama di 11 centimetri.

Tutto era accaduto nella zona di piazza San Modesto, teatro di una lite con la donna, che nel sbattere il portone del palazzo in cui entrambi vivono, lo avrebbe colpito. Uno scontro verbale poi degenerato quando l'allora 45enne, rientrato nel suo appartamento, si era munito di un coltello con il quale aveva centrato la malcapitata, ricoverata al Rummo in prognosi riservata.

Difeso dagli avvocati Vincenzo Sguera e Viviana Olivieri, l'uomo era stato sottoposto a fermo dalla Squadra mobile in una inchiesta del sostituto procuratore Maria Colucci. Comparso dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, aveva chiesto scusa, attraverso l'assistenza della sorella, che conosce la lingua dei segni, per ciò che aveva combinato, spiegando il gesto con la provocazione che, a suo dire, avrebbe subito. Era finito in carcere, poi, dopo la perizia del dottore Vergineo decisa nel corso dell'incidente probatorio chiesto dal Pm, che aveva concluso per l'incompatibilità tra le sue condizioni e la detenzione a Capodimonte, nei suoi confronti era stata adottata la misura di sicurezza della libertà vigilata in una struttura psichiatrica, che aveva successivamente lasciato.