Presidi di una volta e "dirigenti" di oggi

Intervento dell'avvocato Gino De Pietro

presidi di una volta e dirigenti di oggi
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

*****

Il mio vecchio preside del Liceo, il compianto prof. Michele Orlando, aveva insegnato Storia e Filosofia e, quando si dava il caso, sostituiva i professori assenti coprendo una vasta gamma di materie, Italiano, Latino, ovviamente Storia e Filosofia, Francese, Matematica, Fisica. Gli studenti si dividevano in due ali: quelli che si beavano della profonda saggezza e cultura che promanava dalle sue spiegazioni che erano quasi delle dissertazioni e quelli che quasi rimpiangevano l’assenza del docente titolare, dovendo “sopportare” una lezione ancora più densa e “pesante” di quella ordinaria.

Non disdegnava, benchè già anziano, di aggirarsi nei bar prossimi al Liceo per stanarvi qualche filonaro, prelevandolo dal bigliardino o dal flipper, agitando, senza mai usarlo davvero, l’ombrello e sottolineando che non avrebbe assunto provvedimenti disciplinari solo per non arrecare dispiacere ai genitori dei malcapitati che mostrava di conoscere e comprendere bene.

Ci teneva, insomma, a che i suoi ragazzi andassero a scuola, studiassero, si dessero da fare e si preparassero per l’università e per un lavoro dignitoso e svolto con coscienza. Anche quando i riscaldamenti non funzionavano, specie per ritardi amministrativi e politici, o qualche diverso problema si presentava, perché problemi, è bene saperlo, ce ne sono sempre stati, la sua stella polare era che a scuola bisognasse andare, studiare e farlo seriamente. Se qualche mezza verità fosse mai uscita dalla sua bocca, di quelle piccole bugie innocue, sarebbe stata certo per incoraggiare gli studenti a recarsi a scuola e a studiare, non certo per lo scopo contrario.

Mi è tornato in mente dopo oltre quarant’anni dopo aver letto le ripetute dichiarazioni – rilanciate per televisione, radio, internet e carta stampata – di Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’associazione presidi che ha affermato che secondo lui il 70% delle classi scolastiche stavano in dad, sfidando il Ministero a fornire i dati ufficiali.

Oggi il Ministro della Pubblica Istruzione, prof. Bianchi, rispondendo al question time in Parlamento, ha affermato, sulla scorta dell’analisi dei dati forniti dalle amministrazioni periferiche, che soltanto il 6,6% delle classi scolastiche è in dad, per cui, come chiarito dal Ministero ufficialmente, il 93,4% delle classi è, quindi, in presenza.

Ne consegue che questo dirigente scolastico, rappresentante nazionale dei suoi colleghi, ha strillato più volte ai quattro venti, senza alcun pudore, un dato macroscopicamente ed inescusabilmente difforme dalla realtà, moltiplicando per ben undici volte rispetto al dato reale il numero di classi in dad ed attribuendo, perdipiù, contro ogni logica, tale risultato al rientro a scuola, mentre è evidente che i contagi registrati in quest’ultima settimana non possono che dipendere da fatti accaduti in quella precedente, in cui le scuole erano chiuse, mentre era aperto tutto il resto.

 

Nel caso di inerzia ministeriale, spero che le associazioni a tutela delle scuole aperte prendano seriamente di denunziare quanto è successo nella speranza che qualcosa accada. Da parte mia c’è tutto l’impegno a contrastare questa deriva frutto di qualsiasi metodo accettabile nell’affrontare i problemi del mondo reale.

Credo di doverlo non solo ai ragazzi di oggi ma anche alla memoria del mio illustre preside che tanto amava la scuola da ritenerla il bene più prezioso di una società civile. Sono certo che, dal mondo dei saggi da cui ci guarda sereno, apprezzerà lo sforzo e il pensiero.