Istigazione alla corruzione di un architetto: assolto un imprenditore

La sentenza per Antonio Leone, di Apice: il fatto non sussiste

istigazione alla corruzione di un architetto assolto un imprenditore
Benevento.  

Lo avrebbe definito un “fiore”. Un regalo per il suo contributo all'organizzazione del cantiere; una somma di denaro con la quale, secondo la Procura, avrebbe indotto quel professionista ad omettere un atto del suo ufficio. Un atto qualificato come istigazione alla corruzione, un'accusa dalla quale Antonio Leone (avvocati Angelo Leone e Franco Errico), un 53enne  imprenditore di Apice, è stato assolto perchè il fatto non sussiste. Lo ha deciso il Tribunale al termine di un processo relativo ad una vicenda che risaliva al luglio del 2014.

Punto di partenza della ricostruzione degli inquirenti, la gara che la 'Leone costruzioni srl', di cui Antonio Leone era amministratore, si era aggiudicata a San Nazzaro. Un appalto del Comune per la “riqualificazione, il miglioramento e la valorizzazione del sistema turistico locale e la realizzazione dell'attrezzatura per l'accoglienza”.

L'accusa sosteneva che l'allora 46enne avrebbe offerto 1500 euro ad un architetto, direttore operativo dei lavori all'interno dell'Atp denominata 'Progetto ambiente e turismo', alla quale era stata assegnata la direzione, la contabilizzazione ed il coordinamento della sicurezza degli stessi lavori. In particolare, avrebbe infilato un blocchetto di banconote da 50 euro in una cartellina presente sulla scrivania del suo ufficio, e gli avrebbe riferito, come detto, che si trattava di un “fiore”, di un regalo.

La convinzione del Pm era che l'esborso del denaro dovesse servire ad indurre l'architetto a desistere dal segnalare al direttori dei lavori, e quindi al Rup (responsabile unico del procedimento), la scadenza del tempo massimo previsto dal contratto di appalto per la consegna dei lavori, che avrebbe comportato l'applicazione della penale prevista di 600 euro per ogni giorno di ritardo. Un'offerta che il destinatario non aveva accettato, denunciando l'episodio e consegnando i soldi al Corpo forestale. Da qui l'avvio dell'inchiesta, sfociata nel rinvio a giudizio di Leone e, ora, nella sua assoluzione: perchè il fatto non sussiste.