La dialettica e il rispetto istituzionale

Intervento dell'avvocato Gino De Pietro

la dialettica e il rispetto istituzionale
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dell'avvocato Gino De Pietro

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"Nel corso del primo consiglio comunale dopo la tornata elettorale, i giornali hanno riportato con adeguato rilievo la notizia dello scontro tra la consigliera d’opposizione De Stasio e il sindaco Mastella.

Motivo dello scontro la richiesta-mozione della consigliera d’opposizione di non attribuire una delega all’assessore Chiusolo sussistendo un evidente conflitto di interessi tra la stessa come assessore comunale, lavorando come avvocato nello studio del padre, creditore per notevoli importi dell’ente controllato dal comune con delega a lei stessa affidata.

Il sindaco, non senza aver replicato richiamando alla memoria dei presenti la famosa dottrina “Berlusconi” sui conflitti di interesse governativi superabili attraverso specifiche e circoscritte astensioni, ha rivendicato a sé ogni potere in merito rifiutandosi di prendere in considerazione la questione sollevata, non ha accettato che parlasse altro consigliere d’opposizione in merito chiosando, beffardamente, che la consigliera De Stasio avrebbe preso ad esercitare i poteri di sindaco quando fosse stata eletta tale e ciò non prima del 2.500 dopo Cristo, secondo alcune fonti, o del 2.050 secondo altre.

Nella democrazia la forma è sostanza. Quando si chiede il rispetto dell’esito elettorale a proprio favore – doveroso – e si pretende perfino la dichiarazione di riconoscimento della vittoria da parte dello sconfitto – non doverosa, anche se entrata nell’immaginario collettivo in conseguenza di un diffuso scimmiottamento dei fenomeni che avvengono al di là dell’Atlantico, si deve essere rispettosi dell’opposizione e delle sue prerogative, cercando di non dimostrarsi insofferenti ad ogni rilievo e, ancor più, evitando ogni atteggiamento irridente, beffardo diretto a svilire il proprio avversario politico.

Il consiglio comunale è un’assemblea democraticamente eletta dove si dibatte di questioni amministrative locali e se gli interventi – come quello in oggetto – non esulano da tale ambito, nessuna irrisione personale e nessun tono meno che rispettoso è ammesso da parte di chicchessia, specie quando il consigliere che lo svolge, non fosse altro che per la lunga esperienza professionale ultratrentennale di avvocato, non può essere considerato un soggetto a digiuno delle questioni che solleva.

Al sindaco potrà anche piacere, specie quando gli fa comodo, la famosa dottrina “Berlusconi”, ma non sempre e non dappertutto essa ha avuto il plauso e l’approvazione delle autorità giurisdizionali.

La sua reazione fa sospettare – e come diceva un suo altissimo dirigente di partito molti anni orsono “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”- che la De Stasio abbia colto nel segno e abbia messo a nudo un nervo dolente.

Ma questo è solo l’epifenomeno. Il fenomeno davvero grave e, dal mio modesto punto di vista, censurabile è quello di voler mettere la mordacchia all’opposizione, sbeffeggiandola con frasi irridenti, sfuggendo dal confronto sul merito delle questioni, buttandola in rissa.

Il sindaco Mastella, forse perché abituato da precedenti esperienze, a confrontarsi con sedicenti “oppositori” poi rivelatisi in concreto aspiranti a seggi nelle file opposte a quelle di appartenenza o comunque a differenti riconoscimenti che, non dubito, tra poco potremo avere il privilegio di apprendere, si deve essere trovato a disagio nel constatare che questa consiliatura nasce con un diverso volto, ha perso la pazienza e con essa la necessaria prudenza personale e istituzionale.

Il rispetto è la forma essenziale in cui deve sempre svolgersi il confronto dialettico tra maggioranza ed opposizione, lasciando ai bar o altri luoghi simili altre forme di “confronto” meno compassate.

E’ di questa urbanità, permeata di rispetto istituzionale e di garbo personale, che è fatta la differenza tra l’essere cittadini e, purtroppo, non esserlo".