Entrambi stranieri ed irreperibili, con a carico una richiesta di rinvio a giudizio, avanzata in due diverse inchieste, sulla quale il gup Gelsomina Palmieri non ha potuto pronunciarsi, rinviando di un anno, al 17 ottobre del 2022, l'appuntamento con l'udienza preliminare.
Riguarda una vicenda in materia di auto, la prima ha chiamato in causa un 39enne di nazionalità marocchina, accusato di falso e tentata estorsione. I fatti risalgono al luglio del 2013, a farne le spese era stato un avvocato caudino, che, con l'intermediazione di una terza persona, gli aveva affidato la sua Infinity perchè la vendesse. Un'operazione non andats in porto.
Alla richiesta del proprietario di riavere la sua macchina, l'imputato gli avrebbe risposto che gliela avrebbe restituita in cambio di 10mila euro, sostenendo di essere creditore di colui che aveva agito da mediatore. Non è finita: l'allora 31enne avrebbe infatti chiesto la cessazione dalla circolazione per esportazione in un Pase dell'Ue, apponendo la firma della vittima attraverso falsi documenti di identità.
L'altra vicenda ha invece come protagonista un 41enne polacco – anche lui è difeso d'ufficio dall'avvocato Cipriano Ficedolo- ed è lo stralcio di una indagine che nel luglio del 2016 aveva fatto registrare il non luogo a procedere, disposto dalla dottoressa Palmieri, perchè il fatto non sussiste, nei confronti di quattro imputati.
Si tratta di due rivenditori di macchine e dei rappresentanti di una società che, secondo gli inquirenti, agendo in concorso tra loro e con il giovane polacco, con l'obiettivo di conseguire il relativo indennizzo per il furto di un'Audi Q7 di proprietà di una azienda bergamasca e ceduta in locazione finanziaria alla società, avrebbero “disperso e/o occultato l'auto, simulandone l'appropriazione indebita ed asportandola in Polonia nel febbraio 2009”.
Attenzione puntata anche sulla vendita, “senza aver prima estinto il debito e senza essere in possesso della relativa documentazione”, di tre veicoli ricevuti da una rivendita di Montesarchio.