Libertà, tamponi, costi, rottamazione, fisco: perché tutto insieme?

L'intervento dell'avvocato Gino De Pietro

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Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro.

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"Ci sono persone che rivendicano la libertà di non vaccinarsi nonostante innumerevoli e fortissime evidenze a favore degli effetti positivi della vaccinazione, sia in termini di protezione dal contagio, sia per le conseguenze dell’eventuale contagio.

Ci sono anche quelli che rivendicano anche la libertà di manifestare contro il green pass, che non impone l’obbligo vaccinale ma lascia aperta la strada del tampone. Protestare è certamente legittimo, purchè non si commettano violenze, ma, come si è visto, il limite è già stato ampiamente superato. Non resta, per costoro, che identificarli e, ricorrendone i presupposti, arrestarli e processarli celermente per far capire che la libertà finisce, quantomeno, dove comincia il reato.

Ci sono poi quelli che vorrebbero il tampone gratuito, e qui il problema si pone in questo modo: per vaccinare col siero Pfizer – il più costoso – l’intera platea dei riottosi sono sufficienti 160 milioni di euro e l’effetto si protrae lungamente. Per fare i tamponi gratis alla stessa platea ci vogliono 180 milioni alla settimana, pari a oltre 720 milioni al mese e a 8 miliardi e 800 milioni circa all’anno: una manovra finanziaria! Chi dovrebbe pagare? Secondo costoro, tutti e cioè per quasi l’85% quelli che si sono già vaccinati! La stragrande maggioranza della popolazione, dopo essersi vaccinata, dovrebbe anche pagare più imposte per permettere agli irragionevoli riottosi di non farlo. Ma questa non è libertà, è impudenza ed equivale a considerare gli altri cittadini come i propri scendiletto e questo non è accettabile.

Chi va in piazza con gente della risma di Fiore e Castellino e di altri come loro, ha poco da inneggiare alla libertà: i fascisti, loro, la libertà l’hanno soppressa con l’uso sistematico e criminale della violenza, arrivando anche ad uccidere spietatamente quelli che la sostenevano. Basti, in proposito, citare Matteotti e Gramsci tra i tanti.

Chi va in giro insieme a mazzieri che devastano la sede della CGIL e il Pronto Soccorso di un ospedale è un pessimo soggetto, che va tenuto sotto stretta sorveglianza da parte delle forze di polizia e, ricorrendone i presupposti, va fermato appena possibile e prima che possa fare troppi danni.

Ci sono – e spesso coincidono con quelli che vogliono il tampone gratuito – quelli che pretendono, spalleggiati da taluni noti leader politici nazionali, l’ennesima rottamazione delle cartelle di pagamento. Da una parte vorrebbero gravare lo Stato di una spesa ingiusta ed ingente, dall’altra, per loro stessi e i loro compari, vorrebbero evitare di pagare le tasse dovute.

A tutti piacerebbe poter pagare meno imposte – io non condivido l’ardita tesi dell’allora Ministro Padoa-Schioppa – purchè ciò avvenga in forza di una scelta politica che preveda degli sgravi per legge estesi a tutti i cittadini o a determinate fasce di contribuenti, mentre è del tutto inconcepibile se ciò dovesse avvenire a favore di coloro che non le hanno pagate senza alcun vantaggio per chi le ha pagate regolarmente fino all’ultimo centesimo. Una tale soluzione equivarrebbe ad incoraggiare ad essere infedeli nel rapporto col fisco, nella non remota speranza di farla franca.

Se vi sono i margini economici e finanziari per abbassare le tasse, allora, nella riforma vanno abbassate in via generale e prima a coloro che sono in regola, solo dopo, eventualmente, agli altri. Il contrario, insomma, di quel che chiedono a gran voce taluni ben identificati leader che sembrano più contigui a coloro che vivono nell’illegalità che propensi a favorire le ragioni dei cittadini perbene.

Quanto all’enorme peso anche mediatico dato a piccole frange di violenti e a esigue minoranze di gente che protesta senza alcuna ragione e senza alcun progetto, per una volta nella vita sono d’accordo con l’ex presidente americano Richard Nixon, che, in più di un’occasione, disse di preferire alla folla schiamazzante che rappresentava esigue minoranze la maggioranza silenziosa di coloro che diuturnamente facevano il loro lavoro, rispettavano le leggi e si aspettavano dal Governo che facesse funzionare il paese.

Per una volta, sottoscrivo l’auspicio che fu di Nixon: faccia il Governo in modo che il paese funzioni malgrado i violenti e i riottosi ricattatori".