"Truffa fondi pubblici", reati prescritti per Postiglione Coppola ed altri tre

Altri addebiti erano stati già dichiarati prescritti dopo l'udienza preliminare nel 2019

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Benevento.  

Il trascorrere del tempo aveva dispiegato i suoi effetti già nell'ottobre del 2019, quando era scattata la prescrizione per una serie di reati al termine dell'udienza preliminare dinanzi al gup Vincenzo Landolfi. Stessa sorte per gli addebiti rimasti in piedi – truffa ai danni di una compagnia assicurativa e false fatture nel 2011-, finiti al centro di un processo che si è chiuso questa mattina, quando il giudice Graziamaria Monaco ne ha dichiarato, appunto, l'intervenuta prescrizione.

E' l'epilogo del dibattimento nato dall'inchiesta su una presunta truffa in materia di fondi pubblici condotta dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, che aveva chiamato in causa Andrea Postiglione Coppola (avvocato Luigi Giuliano), 54 anni, di Castelpagano, Carmine Calabrese, 56 anni, di Vitulano, amministratore di diritto e di fatto della ‘Calabrese lavori srl’ ed amministratore di fatto della ‘Toscano costruzioni srl’, Ines Giuseppina Calabrese, 52 anni, di Vitulano, sorella di Carmine, per alcuni mesi amministratrice della ‘Calabrese lavori srl’ - entrambi difesi dall'avvocato Raffaele Scarinzi - , e Antonella Moccia (avvocato Roberto Pulcino), 50 anni, di Vitulano, amministratore di diritto della ‘Toscano costruzioni srl’.

Nel mirino degli investigatori, due contributi per un importo complessivo di poco superiore ai 2 milioni e mezzo di euro contro i 2 milioni e 900mila euro previsti. Finanziamenti per investimenti produttivi nel settore acquacoltura per l’azienda agricola ‘Antiche terre del baraccone’, in particolare per interventi di ampliamento e ammodernamento degli impianti di acquacoltura in terraferma, e di miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza dei lavoratori dell’azienda ittica.

Fondi che sarebbero stati ottenuti – questa la tesi accusatoria – facendo lievitare i costi con fatture e preventivi falsi. L'indagine era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel novembre 2013, quando Postiglione Coppola era stato arrestato e gli erano stati sequestri i beni, poi dissequestrati nel 2019.

Due settimane più tardi era stato scarcerato, fino a febbraio era stato sottoposto al divieto di dimora. E' la misura che a marzo 2014 il Riesame, pronunciandosi positivamente sull'appello presentato dal Pm contro il 'no' del gip agli arresti domiciliari, aveva disposto per sei funzionari di Provincia e Regione. Una misura confermata dalla Cassazione ma mai eseguita perchè revocata dal gup Palmieri su richiesta dei difensori. Il Riesame aveva invece confermato il rigetto di ogni provvedimento nei confronti di Calabrese e Moccia.

Per gli stessi funzionari della Provincia di Benevento e della Regione, la prescrizione era intervenuta nel 2016, dopo la pronuncia con la quale il giudice Andrea Loffredo aveva trasmesso gli atti alla Procura perchè definisse compiutamente le imputazioni. Da qui la nuova udienza preliminare dell'ottobre del 2019.