Provano ad imporre tangente di 8mila euro, la Dda vuole arrestarli: no del Gip

Indagati Corrado Sparandeo, 64 anni, ed altre tre persone. Appello del Pm, udienza il 19 ottobre

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Benevento.  

Il sostituto procuratore della Dda Luigi Landolfi aveva chiesto l'applicazione di misure cautelari, ma il gip del Tribunale di Napoli Valentina Gallo non è stato dello stesso avviso, con una decisione che ha innescato l'appello del Pm.

Sarà discusso il 19 ottobre dinanzi al Riesame, dove approderà una inchiesta su una tentata estorsione, aggravata dall'agevolazione del clan Sparandeo, nella quale sono state tirate in ballo quattro persone. Ad iniziare da Corrado Sparandeo, 64 anni, attualmente detenuto, che, secondo gli inquirenti, nell'agosto del 2019 sarebbe stato il mandante di una azione di cui si sarebbe resi responsabili, un 20enne, una 51enne ed un 43enne, tutti di Benevento.

Nel mirino sarebbe finiti due imprenditori nel settore dei farinacei, ai quali avrebbero provato ad imporre il pagamento di una tangente di 8mila euro.

Lo avrebbero fatto con “violenza e minaccia consistita nell'utilizzare nei loro confronti l'influenza criminale e la conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dal clan camorristico Sparandeo, e nel paventare alle parti offese mali futuri”. Un quadro che aveva indotto il Pm a proporre l'adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti dei quattro indagati – sono difesi dagli avvocati Antonio Leone e Luca Russo -, con una conclusione che non ha però incrociato il sì del Gip: da qui il ricorso al Riesame.