Hanno scelto il rito abbreviato, che prevede, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena, dopo la fissazione del giudizio immediato chiesta dal sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro. Sarà il gup Pietro Vinetti, il prossimo 12 novembre, a giudicare Raffaele Iuliano, 31 anni, e della sorella, Antonietta Troisi, 23 anni, di Benevento – sono difesi dall'avvocato Antonio Leone -, accusati di concorso nel tentato omicidio (e di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un'arma) di A.M., 32 anni – è assistito dall'avvocato Vincenzo Sguera -, centrato alla coscia destra da una fucilata.
Si tratta dell'episodio dello scorso 10 maggio, quando i due, a bordo di una Seat Leon, avevano raggiunto il bar di via D'Azeglio in cui si trovava la vittima. Secondo la ricostruzione operata dai carabinieri, la donna sarebbe entrata per prima nel locale e si sarebbe avvicinata al 32enne, urlandogli che non avrebbe più dovuto offenderla. Dietro di lei Iuliano che, brandendo un fucile monocanna da caccia, glielo avrebbe puntato al torace, invitandolo a ripetere l'espressione che avrebbe usato nei confronti della familiare. Il 32enne si era alzato ed aveva cercato di reagire, ingaggiando una colluttazione con Iuliano, poi era stato colpito. Soccorso, era stato trasportato al Rummo e giudicato in prognosi riservata.
L'attività investigativa, supportata dall'analisi delle immagini di una telecamera installata nel bar e dalle dichiarazioni di alcune persone, era sfociata nel fermo di entrambi e nel loro trasferimento in carcere. Come si ricorderà, dinanzi al Gip avevano dato la loro versione sui fatti, indicando, in particolare, quello che a loro dire sarebbe stato l'antefatto del gesto.
Punto di partenza il legame sentimentale tra la donna e il 32enne: un rapporto andato avanti per un anno, che lei avrebbe poi deciso di interrompere perchè stanca delle presunte vessazioni che avrebbe subito, trasferendosi a Reggio Calabria. Una volta tornata in città, sarebbe stata costretta a fare ancora i conti con le pressanti attenzioni dell'uomo, fatte di gelosia e di presunte minacce di morte.
La 23enne aveva inoltre raccontato che la sera precedente a quella del ferimento, il suo fidanzato sarebbe stato picchiato dal 32enne, che gli avrebbe anche detto che, se avesse incrociato Antonietta, l'avrebbe ammazzata: parole che lei aveva riferito al fratello. Al termine dell'udienza di convalida, la dottoressa Palmieri aveva lasciato lui in carcere e concesso i domiciliari ad Antonietta.