Mi ha portato in bagno e mi ha toccata. Bimba lo accusa, l'incubo per un 22enne

Incidente probatorio in Questura. Indagine avviata dopo un pranzo di matrimonio

mi ha portato in bagno e mi ha toccata bimba lo accusa l incubo per un 22enne
Benevento.  

Lui ha 22 anni e da tre vive sotto la spada di Damocle di una ipotesi di reato pesantissima: avere abusato di una bambina di 4 anni. Una storia al centro di una indagine che la Procura, ritenendo assenti elementi sul suo conto, avrebbe voluto archiviare, ma il gip Loredana Camerlengo è stato di diverso avviso. E, oltre al prosieguo dell'attività investigativa, ha disposto un incidente probatorio.

Si è tenuto questa mattina in Questura, nella sala riservata alle audizioni protette. Quella della piccola, comparsa, con il supporto di una psicologa, dinanzi alla dottoressa Camerlengo, al pm Maria Colucci, agli avvocati Carmine Monaco e Pasqualino Pavone, che difendono il giovane – risiede in un centro della provincia di Avellino che ricade nel circondario del Tribunale di Benevento -, Fernando Scaramozza e Cosimo Ciotta, che assistono le parti offese.

E' una storia che inizia nell'ottobre 2018, in occasione di un matrimonio. Tra gli invitati ci sono i genitori della minore, il pranzo si svolge in una struttura ricettiva dell'Arianese. Secondo una prima ricostruzione, tra una portata e l'altra la bimba si avvicina alla madre, che ne coglie una espressione turbata. Le chiede cosa sia successo, lei parla di un “mostro” che l'ha condotta in bagno.

Facile immaginare la reazione della donna, che si alza e va con lei nello spazio in cui altri bambini stanno giocando in compagnia degli animatori. Lei ne indica uno, poi viene trasportata presso l'ospedale di Ariano Irpino, dove viene visitata. Sulle mutandine ed il vestitino sono presenti delle tracce ematiche.

La coppia torna in Piemonte e presenta una querela, trasmessa immediatamente alla Procura di Benevento. Due mesi più tardi, il sostituto procuratore Marcella Pizzillo ascolta la bimba, vengono acquisiate le immagini di una telecamera. Dalle immagini emerge che la bimba non si è mai allontanata dalla ludoteca e che nell'unica occasione in cui l'ha fatto, per andare alla toilette, con lei c'era una animatrice. Il passo successivo è l'esame del Dna, affidato al professore Ciro De Nunzio che non riscontra la presenza di alcun profilo genetico maschile nelle tracce biologiche sui due indumenti.

Ecco perchè il Pm chiede l'archiviazione, consentendo alle parti offese di conoscere gli atti dell'inchiesta, dai quali salta fuori che la bimba, quando è stata sentita in Procura, avrebbe sostenuto che il”mostro” è a Torino. Il gip Loredana Camerlengo non accoglie la proposta di scrivere la parola fine sull'indagine: ordina il prosieguo dell'inchiesta, fissando l'incidente probatorio.

Un appuntamento nel corso del quale la piccola, pur attraverso ricordi confusi, avrebbe nuovamente puntato il dito contro il 24enne, accusandolo di averla toccata. Il Gip ha deciso un ulteriore approfondimento, anche rispetto ad alcune circostanze già evidenziate in precedenza: attenzione centrata, in particolare, sulla capacità del sistema di videosorveglianza di riprendere ogni angolo del ristorante e sulla capigliatura, all'epoca, dell'indagato.