"Fatture per operazioni inesistenti", sequestro beni per 'Atir' e amministratore

Inchiesta del pm Barbato e della guardia di finanza, indagato un 64enne di Castelvenere

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Benevento.  

Un sequestro preventivo di beni, fino alla concorrenza di 318mila euro, per fatture relative ad operazioni ritenute inesistenti. E' l'ipotesi di reato contestata a Nicola Barbato Pacelli (avvocato Giuseppe Maturo), un 64enne di Castelvenere, amministratore della 'Atir', una società nel settore dei cablaggi elettrici con sede a San Salvatore Telesino.

Il provvedimento è stato adottato dal gip Vincenzo Landolfi in una inchiesta del sostituto procuratore Giulio Barbato e della guardia di finanza di Solopaca, nella quale era stato tirato in ballo anche il legale rappresentante di un'altra ditta, nel frattempo deceduto.

Nel mirino degli inquirenti “l’utilizzo di fatture relative ad operazioni oggettivamente inesistenti poste in essere nel periodo 26.02.2015 – 31.12.2018 per un ammontare imponibile complessivo pari ad euro 1.453.660 ed I.V.A. (aliquota 22%) pari ad euro 318.484,00”, recita una nota del procuratore Aldo Policastro..

Gli accertamenti avrebbero consentito “di appurare che la società che ha emesso le fatture non avrebbe mai potuto fornire le prestazioni commerciali perché mera società “cartiera”, in quanto, dal giugno 2015, non disponeva di fattori di produzione, non possedendo né mezzi, né attrezzature, né dipendenti.

La società “cartiera”, infatti, continuando ad esistere sul mercato solo formalmente, ha emesso le fatture per operazioni inesistenti in favore della società destinataria del provvedimento di sequestro preventivo al fine di consentire a quest’ultima di indicare nelle dichiarazioni fiscali elementi passivi fittizi, in tal modo ottenendo un indebito risparmio di imposta”.