L'appuntamento è in programma martedì, quando dinanzi al Tribunale del riesame sarà discusso il ricorso curato dall'avvocato Angelo Leone per chiedere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Giuseppe Colangelo, 55 anni, di Torrecuso, gestore di un bar nel centro di Benevento, arrestato lo scorso 2 giugno perchè avrebbe costretto a subire atti sessuali, palpeggiandola, una ventenne che lavorava per lui in nero - è assisita dall'avvocato Vincenzo Sguera-.
Si tratta di una vicenda delicata, al centro di una indagine del sostituto procuratore Stefania Bianco e della Squadra mobile, avviata dopo una denuncia e sfociata nel provvedimento restrittivo firmato dal gip Maria Di Carlo sul presupposto del pericolo di reiterazione del reato Come sempre capita in questi casi, opposte le ricostruzioni su quanto sarebbe accaduto la mattina del 4 maggio.
L'ACCUSA
Confortati dalle immagini di una telecamera interna che riprende l'ingresso della cucina, gli inquirenti non hanno dubbi: avrebbe allungato le mani nel locale in cui la ragazza stava cuocendo i cornetti, dopo averle dato il compenso settimanale. L'aveva raggiunta, poi era andato a chiudere la porta dell'attività commerciale. Era tornato da lei che, secondo l'impostazione accusatoria, aveva subito un ulteriore assalto. A distanza di alcuni minuti, la giovane era uscita e con una pulsantiera aveva azionato elettricamente la serranda del bar, che si era alzata.
Aveva "evitato di mostrare il suo stato di disagio e paura” ai clienti sopraggiunti, poi era scoppiata in lacrime all'arrivo di una collega. Aveva chiamato i familiari, il fidanzato, quindi il 55enne, con il quale si era appartata per un colloquio registrato con il cellulare.”Mi vuoi perdonare... mi metti in mezzo alla strada.. te lo giuro con tutto il cuore...”, l'avrebbe implorata Colangelo.
LA DIFESA
Durante l'interrogatorio, Colangelo aveva fornito una versione diversa, sostenendo che la ragazza era consenziente. Aveva spiegato che il contatto nel cucinino sarebbe stato l'epilogo di presunti ammiccamenti tra i due.Come confermerebbero, a suo dire,le immagini: la ventenne, indicata come sorridente allorchè lui si era allontanato per chiudere la porta del bar, gli avrebbe stretto un braccio al collo quando era tornato. I due sarebbero rimasti insieme per oltre venti minuti, durante i quali non sarebbero state udite urla o rumori, neanche da un operaio impegnato in un intervento di cablaggio all'interno del cinema San Marco, al quale si accede, dal bar, attraverso una porta di emergenza che sorge nelle vicinanze della cucina.
Quanto alle frasi registrate ( “Mi vuoi perdonare... mi metti in mezzo alla strada..."), il 55enne aveva affermato di averle pronunciate quando il fidanzato gli aveva telefonato e l'aveva accusato di aver messo le mani addosso alla compagna. Alla quale lui si sarebbe rivolto, a quel punto, dicendosi pronto a scusarsi in ginocchio per aver frainteso il suo comportamento. Infine, rispetto al motivo per il quale lei l'aveva denunciato, Colangelo aveva avanzato l'ipotesi che potrebbe essersi risentita dopo il rifiuto a concederle un aumento, che avrebbe giustificato con l'intenzione di valutare una sua assunzione.