Ha convalidato il decreto di sequestro adottato d'urgenza dalla Procura, ma lo ha fatto a metà. Non disponendolo per l'ipotesi di diffusione del virus, ma solo per la violazione delle norme relative all'isolamento.
E' quanto deciso dal gip Vincenzo Landolfi, chiamato a pronunciarsi sul provvedimento con il quale sono stati apposti i sigilli agli studi di Telese Terme e Paupisi di un 70enne medico – è difeso dall'avvocato Marcello D'Auria - che vive nella cittadina termale.
Un sequestro scattato in una indagine del Procuratore Aldo Policastro, del sostituto Patrizia Filomena Rosa e dei carabinieri su quanto sarebbe accaduto dallo scorso maggio. Quando il professionista, sostengono gli inquirenti, avrebbe continuato ad esercitare nonostante fosse consapevole di essere positivo al Covid.
Secondo il giudice, “la condotta dell'indagato non appare riconducibile al delitto di epidemia, non risultando dagli atti che egli abbia, nello svolgimento della propria attività, effettivamente trasmesso il virus a propri pazienti o ad altri soggetti con cui è venuto a contatto”.
Sussiste invece, a parere del Gip, “il fumus commissi delicti in ordine al reato contravvenzionale contestato, quello delle violazioni delle prescrizioni circa le modalità della gestione della positività al Coronavirus”. Ecco perchè “ricorre il pericolo che la libera disponibilità degli studi professionali possa aggravare o protrarre le conseguenze, in quanto gli consentirebbe di continuare a svolgervi l'attività medica e di aver ulteriori e frequenti contatti con i propri pazienti, che vanno perciò immediatamente interrotti, al pari del conseguente rischio di contagio”.
Come anticipato ieri, l'inchiesta, nata nel 2020, ha subito una sterzata nei giorni scorsi, quando da una intercettazione telefonica sarebbe emerso il presunto comportamento del medico. I carabinieri avevano acquisito, il 10 giugno, il referto relativo ad un test sierologico qualitativo e quantitativo al quale il 70enne si era sottoposto.
Un esame valutato dal medico legale Emilio D'Oro, consulente del Pm, che aveva concluso per una probabile infezione da Covid 19 in corso nel 70enne, non vaccinato, e una verosimile contagiosità. Nessun dubbio sulla “certezza dell'infezione”, per la quale era stata consigliata la quarantena.