Tutto in poco più di quarantotto ore: dal 4 al 6 maggio. E' l'arco temporale nel quale si consuma, fino ad 'esplodere', la vicenda per la quale è finito agli arresti domiciliari Giuseppe Colangelo (avvocato Angelo Leone), 55 anni, di Torrecuso, gestore di un bar nel centro di Benevento, accusato di aver costretto a subire atti sessuali, palpeggiandola, una ventenne che lavorava per lui in nero.
Il punto di partenza è la mattina del 4 maggio, quando lui avrebbe allungato le mani nel cucinino del locale, nel quale la ragazza stava cuocendo i cornetti, dopo averle dato il compenso settimanale. Il giorno dopo l'indagato si presenta in questura e fa presente di essere in possesso delle immagini del sistema di videosorveglianza interna dell'attività commerciale, dalla cui visione, sostiene, emergerà che non ha fatto nulla rispetto a ciò che immagina possa essergli addebitato.
La squadra mobile, che nel frattempo ha raccolto la denuncia della parte offesa – è assisita dall'avvocato Vincenzo Sguera-, le acquisisce il 6 maggio, lo stesso giorno parte la richiesta di misura cautelare, che il gip Maria Di Carlo accoglierà, avanzata dal sostituto procuratore Stefania Bianco. Fotogrammi, quelli immortalati da una telecamera, che pur non “riprendendo specificamente la scena degli atti di violenza”, rappresentano, a detta degli inquirenti e del giudice, “un oggettivo riscontro delle descrizioni dei fatti della denunciante, per questo veritiere e conformi”. A differenza, dunque, di quanto affermato dal 55enne, convinto che in quelle immagini ci sia la prova della sua estraneità alle condotte che gli sono state contestate.
Nell'ordinanza vengono ripercorse le fasi della storia, l'occhio elettronico inquadra il bar e l'ingresso della cucina. Riprende i movimenti: lui che raggiunge la ventenne, poi dopo qualche minuto va a chiudere la porta del locale. Torna da lei che, secondo l'impostazione accusatoria, subisce un ulteriore assalto. “A me piace farlo con te consenziente”, avrebbe detto l'uomo alla malcapitata che, “impietrita, aveva soltanto ripetuto no, no, no”. Passano alcuni minuti, la ragazza esce e con una pulsantiera aziona elettricamente la serranda del bar, che si alza.
“Evita di mostrare il suo stato di disagio e paura” ai clienti sopraggiunti, poi scoppia in lacrime all'arrivo di una collega al suo primo giorno di servizio. Chiama i familiari, il fidanzato, quindi il 55enne, con il quale si apparta per un colloquio che registra con il cellulare.”Mi vuoi perdonare... mi metti in mezzo alla strada.. te lo giuro con tutto il cuore...”, l'avrebbe implorata lui, ora in attesa di comparire dinanzi al Gip per l'interrogatorio di garanzia. E' stato fissato per martedì prossimo: l'occasione, per Colangelo, di fornire la sua versione.