Troppe persone, processo migranti in aula bunker Poggioreale

Il numero delle parti è di gran lunga superiore a quello previsto per aule Tribunale di Benevento

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Trentasette gli imputati, nel mirino la gestione dei centri di accoglienza. Udienza il 10 giugno

Benevento.  

Da un lato il “numero delle parti e dei difensori, che è di gran lunga superiore” a quello previsto per le aule del Tribunale, dall'altro la proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio. Ecco perchè, così come chiesto dal presidente del collegio giudicante, Daniela Fallarino, si svolgerà a Napoli il 10 giugno, nell'aula bunker del carcere di Poggioreale, il processo a carico dei trentasei imputati coinvolti nell'inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo dal sostituto Patrizia Filomena Rosa e dalla Digos, sulla gestione di alcuni centri per migranti nel Sannio.

Che ci fossero problemi, era apparso chiaro già nello scorso ottobre, quando in aula erano stati registrati momenti di tensione. L'udienza era stata rinviata a gennaio, ma non era stata celebrata perchè la dottoressa Fallarino aveva adottato un provvedimento nel quale era stato evidenziato che “risulta assolutamente controindicata, in considerazione dell'evoluzione della situazione epidemiologica, la compresenza – per un lasso di tempo particolarmente lungo- di un numero elevato di soggetti (tra difensori, parti, componenti del collegio, personale di cancelleria e di fonoregistrazione, testimoni) per la celebrazione delle udienze.”

Dopo aver ricordato i decreti del presidente del Tribunale con cui “si raccomanda per il settore penale, al fine di evitare anche rischi di assembramento anche nell'area antistante le aule, di verificare, con un congruo anticipo, quali processi debbano essere trattati e quali rinviati e, ciò, avendo riguardo agli ordinari criteri di priorità”, aveva disposto lo slittamento del processo, “ritenuto che nella presente congiuntura prevale l'esigenza di salvaguardare la salute dei dipendenti e dell'utenza, per cui appare assolutamente controindicato ed irragionevole convocare un elevato numero di soggetti”.

Come è ampiamente noto, il dibattimento riguarda il consorzio Maleventum, le dodici strutture che ad esso facevano direttamente capo e una tredicesima riconducibile ad una cooperativa consorziata.

Le accuse a vario titolo: associazione per delinquere, falso, turbata libertà degli incanti, truffa, concussione, rivelazione di segreti di ufficio.