I testimoni raccontano che la vittima era nel bar, e che sarebbe stata Antonietta Troise, 23 anni, ad entrare per prima nel locale. Adesso vediamo se ripeti l'espressione offensiva che hai usato contro di me, avrebbe detto ad A.M, 32 anni. Un istante prima che il fratello, Raffaele Iuliano, 31 anni, facesse fuoco contro di lui, che pure aveva tentato una reazione, ingaggiando una colluttazione, con quel fucile a pallettoni che imbracciava dopo averlo prelevato dalla macchina con cui era giunto nella zona.
Sarebbero questi, in base alla ricostruzione degli inquirenti, i fotogrammi del grave episodio accaduto nella serata di lunedì in via D'Azeglio, al rione Libertà, per il quale Antonietta e Raffaele sono da ieri sera nel carcere di contrada Capodimonte, dopo aver fatto inizialmente perdere le loro tracce. A carico di entrambi il fermo disposto dal sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro, come indiziati di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma.
Difesi dall'avvocato Antonio Leone, che li aveva accompagnati dai carabinieri, Raffaele ed Antonietta sono ora in attesa dell'udienza di convalida dinanzi al Gip. Un appuntamento nel corso del quale, se non si avvarranno della facoltà di non rispondere, potranno offrire la loro versione.
Una bruttissima storia che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più drammatiche, che sarebbe stata scatenata dai comportamenti che A.M. - è assistito dall'avvocato Vincenzo Sguera -,ricoverato in prognosi riservata all'osopedale Rummo per le lesioni riportate alla gamba destra, centrata da un unico colpo, avrebbe assunto in precedenza nei confronti della donna, che avrebbe insultato ed infastidito.
Questo, al momento, il movente ipotizzato in una inchiesta dei carabinieri che si è valsa dell'escussione di più persone informate sui fatti e dell'analisi delle immagini di una telecamera installata nell'attività commerciale.