Resta a Benevento il processo nato dall'inchiesta del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e della guardia di finanza sui concorsi per le forze dell'ordine. Il Tribunale ha infatti respinto l'eccezione di incompetenza territoriale – fosse stata accolta, gli atti sarebbero stati trasferiti a Roma- sollevata dalle difese delle cinque persone per le quali nello scorso dicembre era stato disposto il giudizio immediato, e che sono ancora sottoposte ad una misura cautelare.
L'elenco comprende il viceprefetto Claudio Balletta (avvocato Bruno Naso), 66 anni, di Roma, dirigente presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, Antonio De Matteo (avvocato Antonio Leone), 69 anni, di Benevento, funzionario in pensione dei pompieri, Giuseppe Sparaneo (avvocato Gerardo Giorgione), 52 anni, anch'egli funzionario, in servizio, dei vigili del fuoco di Benevento, tutti ai domiciliari, Antonio Laverde (avvocato Mauro Iodice), 45 anni, originario di Benevento ma residente a Fonte Nuova, in provincia di Roma, maresciallo della Finanza in servizio al Comando generale, all'obbligo di dimora, e Vito Russo (avvocati Francesca Golia ed Ester Molinaro), 40 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma, che è invece agli arresti in casa.
Associazione per delinquere (contestata a Balletta, De Mateo e Sparaneo) e corruzione le accuse, attenzione puntata su un presunto giro di denaro per le selezioni di accesso – anche quelle ancora non pubblicate – a vigili del fuoco, finanza, polizia e carabinieri. Rito ordinario invece per altre tre persone, anche loro colpite all'epoca - il 12 giugno del 2020- da una misura. Vastissima la platea dei beneficiari – candidati e loro familiari -, per i quali si procede separatamente.
L'udienza odierna è stata anche occupata dall'ammissione dei mezzi di prova e dall'affidamento a tre periti dell'incarico per la trascrizione delle intercettazioni ambientali e telefoniche, operate anche con l'uso del trojan installato nello smartphone di De Matteo. Si torna in aula il 14 settembre.