Riciclaggio, chiesto il processo per Polizia e altre 5 persone

Dinanzi al gup il 25 maggio. Per gli altri imputati l'accusa di intestazione fittizia di beni

riciclaggio chiesto il processo per polizia e altre 5 persone
Benevento.  

Sono sei le persone di cui il sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta della Squadra mobile e della guardia di finanza per la quale lo scorso 1 febbraio è finito in carcere, e sono stati sequestrati i locali, Salvatore Polizia (avvocato Vincenzo Sguera), 57 anni, di Benevento, già noto alle forze dell'ordine, accusato di riciclaggio ed intestazione fittizia di beni.

Oltre a Polizia, dovranno presentarsi dinanzi al gup Vincenzo Landolfi, il prossimo 25 maggio, Dora Guerra, 55 anni, e Gianmarco Salvatore Polizia, 24 anni, ex moglie e figlio di Salvatore – sono difesi dall'avvocato Viviana Olivieri – , Gerardo Polizia (avvocato Luigi Giuliano), 39 anni, nipote dello stesso Salvatore, Carmine Palmino D'Andrea (avvocato Angelo Leone), 58 anni, di Pesco Sannita, e Francesco Signoriello (avvocato Fabio Russo), 47 anni, di Sant'Angelo a Cupolo, ai quali è contestato il concorso in intestazione fittizia dei beni.

Come è ampiamente noto, gli inquirenti sono convinti che Polizia avrebbe impiegato e trasferito in una serie di attività commerciali i proventi derivanti da alcuni reati, attribuendo fittiziamente la gestione e la titolarità a familiari e non solo. Addebiti che l'interessato aveva respinto quando era comparso, per l'interrogatorio di garanzia, dinanzi al gip Gelsomina Palmieri, che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare, confermata dal Riesame. In quella occasione aveva sostenuto di aver acquistato pizzerie, bar e punti di ristorazione non con i proventi derivanti da rapina, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, ma attraverso prestiti bancari e di amici, e cambiali.

Inoltre, aveva precisato di aver ceduto ad un ristoratore un'attività, con locali ed attrezzature di proprietà di un'altra società, perchè non andava bene, e di aver fatto altrettanto con la seconda, passata ad un nipote che non era riuscito però a migliorarne la situazione, al punto da doverla chiudere nel 2020.