Chiacchiere a go go, possiamo difenderci in un solo modo

L'overdose di informazione che disinforma

chiacchiere a go go possiamo difenderci in un solo modo
Benevento.  

Le loro voci sono riconoscibili anche a chilometri di distanza. Questione di toni, quasi sempre alti, che rimbalzano nelle nostre case attraverso il piccolo schermo. Cambiare canale, fare zapping non serve praticamente a nulla, perchè lo spettacolo, modulato secondo gli interessi delle varie parti politiche, è praticamente lo stesso.

Va in onda da oltre un anno, a trasmetterlo sono le tv nazionali, che con i loro cosiddetti talk show riservati alla pandemia spiegano il livello di confusione che attanaglia l'opinione pubblica. Una overdose di informazione che si traduce non nella diffusione di una comune conoscenza, ma in un chiacchiericcio fine a se stesso.

Conduttrici e conduttori sono a caccia dell'audience che serve a vendere gli spazi pubblicitari che intervallano gli appuntamenti in programma dalla mattina a notte inoltrata.

Spacciano per scoop e inchieste la cannibalizzazione di storie riprese dalle cronache locali, che si limitano ad innaffiare con le immagini e qualche intervista al primo che capita, altrimenti che diavolo di significato avrebbero le troupe catapultate ogni giorno in ogni angolo del nostro Paese?

Negli studi la situazione non è migliore, anzi. Gli ospiti, che fanno parte di una compagnia di giro che si dà il cambio, quotidianamente, tra emittenti pubbliche e private, sono praticamente sempre gli stessi. Collegati quasi tutti a distanza, costituiscono gli arredi indispensabili ad un dibattito che si ripete secondo uno schema ormai ammuffito.

Le domande sono sempre le stesse, vengono rivolte a tutti coloro che si alternano nei 'salottini', arricchite dal tentativo di analizzare, di volta in volta, un avverbio, una frase estrapolata da un discorso più ampio. Un modus operandi che, inevitabilmente amplificato, contribuisce a fare ammuina e basta, a rimpolpare la dietrologia, il moralismo ed il populismo di bassa lega.

Guai, poi, se qualcuno si azzarda a proporre argomenti interessanti: anziché permettergli di concludere il discorso, viene interrotto, sovrastato da chi mena le danze ed ha il timore che possa essere smentita in diretta la tesi che sorregge la trasmissione, il suo copione preparato a tavolino.

Prevede, in teoria, che tutto ciò che viene detto da quelle parti sia una assoluta novità, che sia rivendicata la primogenitura del pettegolezzo raccontato sotto lo sguardo compiaciuto di tizio e caio che la sanno sempre più lunga degli altri. Tutti convinti di essere loro i protagonisti della scena, e non le notizie che riportano.

Ci vuole pazienza, a chi non ne ha basta una leggera pressione su quel magnifico pulsantino che recita: spegni.