"Nelle comunicazioni al Senato di alcuni giorni fa, il presidente Draghi - scrive l'avvocato Gino De Pietro - ha parlato della necessità prioritaria di riaprire le scuole e, in particolare, quelle dell’infanzia e primaria, compreso in zona rossa.
L’Italia, come è noto, è il paese che ha chiuso le scuole, ivi comprese quelle per i bambini piccoli, più a lungo e senza, finora, provvedere ad alcuna forma di concreto recupero del tempo perduto.
Una didattica a distanza con orario ridotto e che non è in grado di raggiungere e coinvolgere tutti gli studenti non può sostituire la scuola in presenza specie per i soggetti più deboli che non dispongono di parenti-precettori o di insegnanti privati.
Anche sotto tale profilo, nel nostro paese, i più deboli sono anche i meno protetti con buona pace dei proclami elettorali e delle petizioni di principio.
Dopo aver individuato il personale scolastico – compreso quello universitario – come categoria prioritaria da vaccinare, si sono chiuse scuole e università! Una contraddizione più stridente di questa sarebbe stato difficile anche da immaginare.
Poiché non rientra nelle mie abitudini intervenire pro domo mea, non intendo sostenere – come pure sarebbe agevole fare – che l’amministrazione della giustizia rappresenta un servizio essenziale in ogni paese liberaldemocratico normale, mentre mi sembra giusto sottolineare che sarebbe giusto vaccinare prioritariamente i poveri lavoratori delle aziende della distribuzione che non hanno mai chiuso e che permettono a noialtri di nutrirci, spostarci e far funzionare gli esercizi e i servizi essenziali. Evidentemente, costoro non hanno “santi in paradiso” né tra le forze politiche inclusi gli ex comunisti, né tra i sempre più corporativi sindacati.
E’ necessario anche sottolineare che se il Governo non esercita i propri poteri in materia di istruzione in modo da evitare che decisioni regionali o locali di senso contrario ne vanifichino gli effetti il giorno dopo, allora non c’è nulla da sperare, quantomeno in Campania e a Benevento, visti gli sconfortanti precedenti specifici.
Un generale dell’esercito è stato nominato commissario al covid per le sue indiscusse capacità logistiche, a questo punto io accetterei di buon grado la nomina di un generale dell’aviazione o di un ammiraglio della marina, corpi con forte connotazione scientifico-culturale, quale commissario per il funzionamento delle scuole di ogni ordine e grado, se non si dovesse trovare un civile in grado di garantire che i ragazzi italiani e, in particolare, campani possano tornare a scuola come i loro omologhi francesi o di altri paesi.
Il ritorno a scuola è, di certo, il punto prioritario ma, a questo punto, non risolve da solo i problemi causati dalle lunghe chiusure, cui va posto rimedio con interventi coordinati che consentano di affrontare i temi e i programmi lasciati a metà, specie nelle discipline strategiche oggetto delle valutazioni Invalsi.
L’intera filiera culturale, sportiva e ludica va fatta ripartire al più presto a servizio, in primo luogo, dei bambini e dei ragazzi a cui è stato sottratto un anno di vita e di scuola normali, in barba a tutte le convenzioni internazionali in materia, buone come materia di stucchevoli temi, ma non come fini di una coerente e concreta linea di indirizzo politico.
La ripartenza, finanziata pubblicamente, di spettacoli e laboratori teatrali, di proiezioni cinematografiche di qualità, di visite culturali guidate, di passeggiate archeologiche di attività sportive all’aperto potrebbe, da una parte “ristorare” la perdita di vita subita dai giovani di questo paese, dall’altra ridare fiato ad una serie di iniziative private e pubbliche fortemente penalizzate dalle prolungate chiusure.
Finalmente si potrebbe verificare una sinergia positiva tra esigenze formative, culturali, sportive e ludiche dei ragazzi e iniziative imprenditoriali o di servizio in tali strategici settori.
Nel frattempo, attendiamo fiduciosi che i vaccini ci vengano dall’altra sponda dell’Atlantico, visto che, eccettuata l’Africa, siamo l’ultimo dei continenti, cosa che non accadeva dai tempi delle invasioni barbariche.
Ma questo è un altro tema".