Diteci voi il posto, ma vaccinateci: non ne possiamo più

Serve uno sforzo importante per essere pronti quando le dosi aumenteranno

diteci voi il posto ma vaccinateci non ne possiamo piu
Benevento.  

L'erba del vicino è sempre più verde, recita un vecchio proverbio che punta il dito contro l'abitudine a considerare migliori, spesso, le cose degli altri, senza rendersi conto di quelle che abbiamo sotto gli occhi. Questione di prospettiva, di visus: nel nostro caso, una forma di miopia che complica la visione a distanza e rende nebuloso il futuro.

Il presente si chiama purtroppo Coronavirus, quel microrganismo che si è portato via per sempre oltre 100mila vittime e da un anno sta devastando le nostre esistenze. Ci siamo infilati in un tunnel in fondo al quale non si intravede la luce, l'unica via di uscita è la vaccinazione, che dovrebbe metterci al sicuro o comunque evitare gravi problemi nel caso in cui comunque venissimo in contatto con l'infezione.

Lo sforzo profuso presso l'Asl di via Minghetti è encomiabile, come l'impegno messo in campo, per alcune categorie, presso l'istituto Alberti. Ma è ancora troppo poco, non basta. Abbiamo un maledetto bisogno di organizzarci al meglio sul versante logistico, per farci trovare prontissimi allo scatto dai blocchi di partenza quando le dosi arriveranno, speriamo molto presto, in quantità finalmente consistenti.

All'inizio della settimana ho accompagnato a Campobasso mio figlio, convocato dall'Università per l'inoculazione del siero. Faceva un freddo cane, nevicava a tratti, ma ciò non ha impedito a centinaia e centinaia di cittadini di rispondere all'appuntamento. Dodici le postazioni allestite nel Palazzetto dello sport dell'Unimol, all'ingresso un addetto che ricordava a tutti di presentarsi stringendo tra le mani un documento di riconoscimento e il modulo, già compilato, del consenso, del quale più copie stampate erano state lasciate su un tavolo, a disposizione di chi magari l'aveva dimenticato o non lo aveva ancora riempito.

All'interno, mi hanno raccontato, una organizzazione puntualissima, nel segno dell'ordine e della tranquillità, con la presenza di numerosi volontari, ciascuno con un compito da svolgere: dall'invito, rivolto a coloro che erano in fila, a fare un passo in avanti e mantenere la distanza, all'avvertenza di non lasciare la struttura se non quando il proprio cognome veniva chiamato, al termine della fase di osservazione successiva alla vaccinazione, preceduta da una immediata disinfezione della sedia (e della scrivania) sulla quale l'interessato o l'interessata si erano accomodati per l'incontro con il medico.

Confesso di essere rimasto piacevolmente sorpreso, mi sono venuti in mente, a Benevento, il Palatedeschi, il Paladua, l'ex scuola allievi dei carabinieri. Ho letto della disponibilità di un capannone nella zona industriale di Ponte Valentino che sembra aver messo in soffitta l'idea, che pure era balenata, di un tendone in piazza Risorgimento.

Bene così, scelgano la soluzione coloro che devono farlo, ma lo facciano in fretta, assicurando il più alto numero possibile di punti di vaccinazione. Ci dicano dove andare, dobbiamo essere immunizzati il più velocemente possibile. Non abbiamo alternative, non ne possiamo più.