In carcere a Secondigliano, Panella dal Gip. "E' il dominus"

Domani interrogatorio di garanzia, per rogatoria, per Nicola Panella, 56 anni, di Montesarchio

in carcere a secondigliano panella dal gip e il dominus

Trovati 900mila euro in contanti

Montesarchio.  

Sarà interrogato domani mattina nel carcere di Secondigliano, del quale è da ieri ospite, per rogatoria, Nicola Panella, 56 anni, di Montesarchio, già noto alle forze dell'ordine, arrestato nell'indagine del sostituto procuratore Assunta Tillo, della squadra mobile e della guardia di finanza.

Assistito dall'avvocato Pierluigi Pugliese, Panella comparirà dunque non dinanzi al gip Loredana Camerlengo, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare a suo carico, ma di un suo collega del Tribunale di Napoli, al cospetto del quale potrà decidere se rispondere o avvalersi della facoltà di non farlo.

Nel mirino dell'attività investigativa sono finiti, come è noto, l'intestazione fittizia di beni a presunti prestanome – quote societarie ed immobili- che sarebbe stata portata avanti per evitare il rischio di eventuali misure patrimoniali nei confronti di Panella. Operazioni di spoliazione che sarebbero iniziate nel gennaio del 2018.

Si tratta di una indagine che, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha chiamato in causa, a vario titolo, altre sedici persone, ipotizzando anche l'associazione per delinquere, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l'indebita compensazione.

Panella è stato però l'unico destinatario di una misura cautelare, adottata sia sul presupposto del pericolo di reiterazione del reato, sia di quello dell'inquinamento probatorio. “E' il reale dominus delle condotte illecite perpetrate – scrive la dottoressa Camerlengo -. E' il fulcro della gestione aziendale di tutte le società e sempre lui controlla l'intero apparato in modo puntuale, assumendo ogni decisione ed impartendo direttive ai sui sodali in ordine alla gestione delle società, suo il benestare su ogni operazione e suo il potere di dividere i proventi dell'attività delittuosa”.

L'inchiesta è stata accompagnata dal sequestro di immobili e sette società, ma anche di una consistente somma di denaro in contanti - oltre 900mila euro - rinvenuta in uno studio commercialistico.