“Un'attività investigativa di iniziativa dell'Arma di Montesarchio ma la collaborazione di alcune delle vittime è stata fondamentale per ricostruire i dettagli delle azioni criminali”.
Così il comandante provinciale dei carabinieri di Benevento, Germano Passafiume al termine dell'operazione Zeus che ha portato in carcere 8 persone – una nona è stata sottoposta al divieto di dimora in Campania - con le accuse a vario titolo, in concorso, di tentata estorsione aggravata, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da fuoco e ordigni rudimentali. (LEGGI ALTRO ARTICOLO).
“Episodi – ha rimarcato il colonnello Passafiume - di particolare violenza. Il gruppo voleva accreditarsi nel territorio e acquisire il controllo di attività commerciali e imprenditoriali ai quali chiedevano anche ingenti somme di denaro”.
Poi un plaudo ai militari della Compagnia di Montesarchio: “Bravi agli investigatori che hanno consegnato alla Dda gli elementi necessari e sufficienti per poter ricostruire gli eventi e delineare i ruoli degli indagati. Un segnale forte dell'Arma – ha concluso il numero uno del comando provinciale dei Carabinieri - e della Procura distrettuale di Napoli sul territorio della Valle Caudina”.
Ha invece illustrato i metodi investigativi il maggiore Leonardo Madaro, comandante della Compagnia id Montesarchio: “Un'attività di indagini che ha visto i militari effettuare un vero e proprio screening anche sui social network. “Il principale indiziato - spiega il maggiore Madaro – su un famoso social network si inneggiava a re, a un Dio e addirittura in alcune foto era ritratto mentre imbracciava delle armi. Di qui il nome dell'operazione Zeus”.
C'era bisogno di dare una risposta al territorio della Valle Caudina dopo gli allarmanti episodio che si erano verificati nel 2018 e nel 2019. Attentati che avevano destato molta preoccupazione. Questo di oggi è un colpo importante. Non ci sono collegamenti con altri clan storici: “Si tratta di un nuovo gruppo che voleva emergere con questi atti intimidatori abbastanza cruenti ma non ci sono collegamenti con altri clan”, ha ribadito il maggiore Madaro.