Persone di etnia Sinti e Rom, da sempre residenti nel Sannio, che mettevano a segno furti in abitazioni; per uno di loro anche l'accusa anche di spaccio di hashish e marijuana a minori e non solo di Telese Terme. Questo al centro dell'operazione denominata Pagnalè (che nella lingua Romanì - Abruzzese significa carabinieri o indica la presenza delle forze dell'ordine) messa a segno all'alba dai carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita. Un'indagine curata, in particolare, dalle Stazioni di Telese terme e Solopaca, durata circa un anno, e che ha consentito nella notte l'arresto di 8 persone - 2 in carcere e 6 ai domiciliari – e di sottoporre all'obbligo di dimora altri due indagati.
Nel mirino degli inquirenti undici furti tra la Valle Telesina e l'alto casertanocompiuti tra gennaio e novembre del 2017. Durante le indagini i militari avevano già fermato quattro persone in flagranza di reato con l'accusa di furto, ne avevano arrestata una su ordinanza ed avevano recuperato 500 grammi tra cocaina, hashish e marijuana e la refurtiva di alcuni dei colpi.
“Molto spesso leggiamo appelli di primi cittadini affinchè si intervenga in vari centri per i furti. Noi rispondiamo con le attività. Come l'operazione di oggi. Che ha portato all'arresto di alcune persone questa notte, altre anche in fragranza durante l'indagine”, Così il Procuratore capo Aldo Policastro in apertura della conferenza stampa convocata dopo il blitz dei militari di Cerreto Sannita.
“Frutto di un'attività non estemporanea ma organizzata dai carabinieri di Cerreto e del Comando provinciale di Benevento. Non è sempre possibile intervenire a stretto giro. È necessario – ha precisato il numero uno della Procura - acquisire certezze e prove per raccogliere elementi che possono reggere in Tribunale”.
“Mi piace evidenziare che si tratta di un risultato concreto rispetto alle problematiche sollevate dai primi cittadini in merito ai furti”, ha invece ribadito il comandante provinciale dell'Arma, Alessandro Puel che ha aggiunto: “Istanze e problematiche sulla sicurezza non cadono mai nel vuoto”.
Ha lodato l'operato dei militari di Cerreto Sannita il Procuratore aggiunto Giovanni Conzo: “Sono efficienti e bravi, hanno svolto attività anche tecniche come l'utilizzo di gps per seguire i movimenti degli indagati”. Il dottore Conzo ha poi evidenziato la 'preparazione' dei ladri nel mettere a segno i colpi: “Addirittura hanno agito anche nell'abitazione di una coppia che quel giorno si stava sposando. Solo grazie all'immediato intervento di carabinieri e vigilanza privata il colpo è fallito” e gli autori sono stati arrestati. Conzo ha poi messo l'accento sulla difficoltà delle traduzioni delle intercettazioni telefoniche: “Comunicavano in dialetto Sinti – Abruzzese, una lingua difficile utilizzata solo da alcune comunità e non abbiamo trovato in tutta Italia interpreti in grado di tradurre. Alle donne - ha concluso il Procuratore Aggiunto – era affidato il compito di nascondere gioielli ed altro materiale rubato”.
“Si tratta di persone che in maniera strutturata mettevano a segno numerosi furti non occasionali ma pianificati nel massimo dettaglio” ha invece spiegato il capitano Francesco Ceccaroni, comandante della Compagnia di Cerreto Sannita. “Studiavano i movimenti delle vittime in maniera minuziosa.
La fase propedeutica – ha precisato - era realizzata spesso dalle donne che effettuavano dei sopralluoghi e per questo chiedo a tutte le comunità di segnalarci auto e persone sospette nei pressi di palazzi o abitazioni isolate”.
Non solo furti, ha spiegato Ceccaroni ma anche spaccio di droga che vede coinvolto uno degli indagati. Hashish e marijuana che venivano cedute con frequenza e non a caso. Gli episodi di spaccio sono stati filmati e accertati con attività tecniche. Droga che veniva ceduta spesso ai minori”.
Al.Fa