Questa mattina era in programma l'udienza preliminare a suo carico, ma il gup Loredana Camerlengo non ha potuto far altro che dichiarare il non diversi procedere perchè lui, l'imputato, è morto tre mesi fa. Lui è Giovanni Botticella (avvocato Luca Cavuoto), 52 anni, di San Leucio del Sannio, che il 9 dicembre dello scorso anno i carabinieri avevano arrestato dopo aver rinvenuto, all'interno di un deposito in campagna a Beltiglio di Ceppaloni, una borsa contenente oltre 9 chili e mezzo di hashish (97 panetti) e 185 grammi di cocaina in sei involucri di plastica termosaldati.
Botticella era finito in carcere, aveva respinto ogni responsabilità quando era comparso dinanzi al gip Flavio Cusani, che lo aveva scarcerato, non convalidando l'arresto, perchè quel capanno, intestato all'allora indagato e ad altre persone, era accessibile a tutti.
Una decisione che il pm Donatella Palumbo aveva impugnato dinanzi al Riesame, che aveva accolto il suo appello, disponendo la misura cautelare dei domiciliari, confermata dalla Cassazione. Ecco perchè Botticella, nello scorso maggio, era stato sottoposto agli arresti in casa. Su richiesta della difesa, il gip Cusani gli aveva successivamente permesso di uscire di casa per le cure di cui aveva bisogno, poi lo aveva restituito alla libertà. Fino a settembre, quando il cuore dell'uomo si era fermato per sempre.
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